UIF (Unità di Informazione Finanziaria, istituita presso Banca d’Italia), ha pubblicato il Quaderno dell’antiriciclaggio n. 28 di maggio 2025, a cura di Marco De Simoni e Antonio Pellegrini, che analizza il ruolo delle Buffer Companies (BCs) nelle frodi fiscali complesse, in particolare nell’ambito dell’evasione dell’IVA.
Si definiscono Buffer Companies quelle società che fungono da filtro tra le imprese cartiere (Shell Companies, SCs), che emettono fatture false, e le imprese realmente operative (Real Operating Companies, ROCs), che sono le reali beneficiarie dei proventi illeciti.
Le BCs, pur svolgendo attività economiche lecite, partecipano temporaneamente allo schema fraudolento, rendendo più difficile l’identificazione dei soggetti criminali da parte delle funzioni antiriciclaggio (AML) degli intermediari finanziari.
Il lavoro propone strumenti operativi e metodologici per supportare le segnalazioni tempestive alla UIF, riducendo il rischio di esposizione a clienti criminali e rafforzando la capacità di contrasto al riciclaggio: attraverso l’analisi di pronunce della Cassazione e segnalazioni di operazioni sospette (SOS), lo studio propone un’analisi empirica delle caratteristiche economico-finanziarie delle BCs.
Le imprese filtro condividono tratti sia con le SCs sia con le ROCs, e, durante le frodi, ad esempio, le BCs presentano:
- un ciclo di capitale circolante più breve
- un rapido incasso e pagamento delle fatture
- un rapporto costi/ricavi vicino all’unità
- una maggiore produttività per dipendente
- un ricorso a debiti bancari di lungo periodo, ma minore esposizione a finanziamenti di breve rispetto alle ROCs.
Per facilitare l’individuazione delle BCs da parte degli operatori, gli autori elaborano un indicatore composito (BCCI – Buffer Companies Composite Indicator), basato su una regressione logistica che include diverse variabili, il rapporto tra capitale circolante e ricavi (WCR), la presenza nella Centrale dei Rischi (CR), e la produttività.
Il BCCI consente uno screening preliminare dei clienti potenzialmente coinvolti in frodi fiscali.
Lo studio sottolinea infine che, una volta sottoposte ad accertamento fiscale, le BCs tendono a modificare il proprio comportamento, assumendo caratteristiche simili alle ROCs.