Banca d’Italia ha pubblicato delle raccomandazioni e delle buone prassi per gli intermediari soggetti a vigilanza, sull’esercizio di autovalutazione antiriciclaggio e dei rischi di finanziamento del terrorismo (AML/CTF).
Si ricorda che l’art. 15, c. 2, del D. Lgs. 231/2007 ha introdotto l’obbligo di procedere all’analisi e alla valutazione dei rischi AML/CTF, tenendo conto dei fattori di rischio associati in particolare alla tipologia di clientela, all’area geografica di operatività, ai canali distributivi e ai prodotti e servizi offerti.
Banca d’Italia, per meglio dettagliate tale obbligo, nelle proprie “Disposizioni in materia di organizzazione, procedure e controlli interni volti a prevenire l’utilizzo degli intermediari a fini di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo“, ha dettato una disciplina generale del processo di autovalutazione e introdotto una metodologia per l’individuazione del rischio inerente e del grado di vulnerabilità dei presìdi, volta alla determinazione del rischio residuo.
Ulteriori indicazioni sono poi contenute negli Orientamenti EBA relativi ai fattori di rischio di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo (EBA/GL/2021/02).
Nell’ambito dell’azione di vigilanza di Banca d’Italia, nel 2024 ha avviato un’indagine tematica, per verificare la coerenza delle soluzioni adottate dagli intermediari rispetto al quadro regolamentare di riferimento, nonché a individuare eventuali ambiti di miglioramento.
L’approfondimento, basato sulle informazioni raccolte ed il confronto con le funzioni aziendali, ha riguardato:
- il processo di conduzione dell’autovalutazione, con riferimento all’organizzazione, alle funzioni aziendali e alle risorse coinvolte nonché agli strumenti informativi utilizzati;
- la metodologia adottata per stimare il rischio inerente, valutare la solidità dei presìdi e determinare il livello di rischio residuo
- i flussi informativi agli organi per la condivisione interna degli esiti della valutazione, volti a supportare le decisioni strategiche e a rafforzare la cultura del rischio ML/TF all’interno dell’azienda.
L’Autorità ricorda preliminarmente che un’adeguata capacità di autodiagnosi di tali rischi è un presupposto essenziale:
- per una piena consapevolezza delle minacce cui gli intermediari possano essere esposti
- per la solidità dei presìdi adottati per fronteggiarle
- per adottare misure tempestive per il superamento delle debolezze esistenti.
Con il documento pubblicato da Banca d’Italia vengono quindi condivisi i principali risultati dell’analisi e le buone prassi individuate, che sono altresì coerenti con l’evoluzione attesa del quadro normativo europeo (AML package).
L’adozione delle prassi illustrate può contribuire:
- a migliorare la qualità del dialogo tra le diverse funzioni aziendali coinvolte
- a consolidare la cultura del rischio AML/TF e a favorire un utilizzo consapevole degli esiti dell’esercizio a supporto delle scelte strategiche.
Banca d’Italia invita agli intermediari, pertanto, a tenere adeguatamente in considerazione le raccomandazioni pubblicate nella definizione di processi e procedure per la conduzione dell’esercizio, che, in estrema sintesi, si concentrano nelle seguenti aree:
- Profili organizzativi:
- Funzioni aziendali e risorse umane coinvolte nell’esercizio di autovalutazione AML:
- l’esercizio di autovalutazione deve essere condotto con la partecipazione di risorse con profili professionali ed esperienze diversificati: giuridiche, economico-aziendalistiche, statistico-quantitative, in materia di gestione dei rischi e di conformità alle norme
- la partecipazione di altre funzioni di controllo (risk, compliance) contribuisce ad arricchire la qualità dell’analisi e accresce il livello di integrazione dell’esercizio nel complessivo sistema dei controlli interni
- è essenziale il confronto tra le diverse funzioni di controllo
- Formalizzazione del processo, per cui il processo di autovalutazione deve considerare almeno a:
- le funzioni aziendali coinvolte, con precisa attribuzione di ruoli, responsabilità e contributi richiesti
- l’iter procedurale dell’esercizio, con indicazione delle singole fasi in cui esso è articolato e le relative tempistiche di esecuzione
- le metodologie impiegate per determinare il livello di rischio inerente, le vulnerabilità e il rischio residuo
- le fonti informative esterne, aggiuntive rispetto a quelle indicate dalle Disposizioni, considerate ai fini della valutazione
- gli strumenti e gli applicativi di supporto, utilizzati nelle fasi di raccolta, aggregazione ed elaborazione dei dati e delle informazioni
- i presìdi di controllo e di revisione attivati, in particolar modo per garantire la qualità dei dati.
- Funzioni aziendali e risorse umane coinvolte nell’esercizio di autovalutazione AML:
- Metodologie per la conduzione dell’esercizio di autovalutazione antiriciclaggio, per cui Banca d’Italia raccomanda:
- l’uso di dati quantitativi a supporto della determinazione della vulnerabilità dei presìdi, al fine di rafforzare l’oggettività e la tracciabilità dell’analisi
- l’impiego di meccanismi automatizzati per la misurazione del rischio inerente, calibrati in funzione del profilo operativo dell’intermediario
- la scomposizione dei fattori di rischio in profili di maggiore dettaglio, con un livello di disaggregazione proporzionato all’esposizione rilevata su ciascun ambito
- la definizione di specifiche aree di indagine per la valutazione delle vulnerabilità per individuare tempestivamente le criticità e a orientare in modo mirato le azioni di rafforzamento
- l’acquisizione strutturata di giudizi e valutazioni delle funzioni aziendali di controllo
- che l’autovalutazione di gruppo venga effettuata tenendo conto del rischio effettivo e della dimensione delle singole società.
- Cultura del rischio AML/TF:
- Processo di approvazione di nuovi prodotti:
- deve essere assicurato un adeguato coordinamento tra l’avvio di nuove opportunità di sviluppo commerciale e gli esiti del processo di autovalutazione antiriciclaggio, per l’assunzione di decisioni informate e consapevoli degli impatti sul profilo di rischio ML/TF dell’intermediario
- è opportuno procedere ad un’analisi di scenari alternativi legati alla nuova operatività, con la formulazione di stime sull’evoluzione del rischio ML/TF in funzione di differenti condizioni operative o di mercato
- Reportistica e monitoraggio delle azioni di rimedio:
- è opportuno aggiornare periodicamente gli organi aziendali sull’attuazione delle misure correttive più significative adottate a esito dell’autovalutazione
- è raccomandabile inserire nel risk appetite framework indicatori sul livello dei rischi e sullo stato dei presìdi coerenti con le metodologie utilizzate e i risultati emersi dall’esercizio di autovalutazione
- Formazione del personale e sistemi incentivanti: è necessario promuovere meccanismi di diffusione all’interno dell’azienda dei risultati dell’esercizio di autovalutazione antiriciclaggio, per accrescere la consapevolezza e l’adesione del personale agli obiettivi di presidio del rischio
- Processo di approvazione di nuovi prodotti:
- Processi di aggregazione ed elaborazione dei dati:
- Strumenti di supporto e qualità dei dati: è opportuno adottare presìdi e procedure strutturati per garantire la qualità, la coerenza e la tracciabilità dei dati utilizzati ai fini dell’autovalutazione antiriciclaggio
- Presìdi di gruppo: l’autovalutazione dovrebbe fondarsi su tassonomie comuni e su un’architettura dei dati integrata e documentata a livello consolidato, che assicuri coerenza nella rappresentazione dei fenomeni tra le diverse entità, linee di attività e ambiti di operatività coinvolti.
- Controlli della funzione di revisione interna, che deve condurre verifiche periodiche sull’esercizio di autovalutazione antiriciclaggio.


