Il MEF ha pubblicato l’ultima edizione dell’analisi dei rischi di riciclaggio (AML) e di finanziamento del terrorismo in Italia, e la prima analisi nazionale dei rischi di finanziamento della proliferazione delle armi di distruzione di massa, realizzate dal Comitato di sicurezza finanziaria.
Le analisi, nell’intenzione del MEF, rappresentano lo strumento fondamentale per gli intermediari finanziari, i professionisti e gli operatori non finanziari, per la predisposizione di strumenti adeguati di contenimento del rischio rilevato.
L’analisi nazionale del MEF dei rischi di riciclaggio di denaro e di finanziamento del terrorismo, in particolare, che aggiorna quella del 2019:
- identifica, analizza e valuta le minacce di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo, inclusi i rischi emergenti connessi all’impiego di nuovi strumenti e tecnologie
- esamina i metodi principalmente utilizzati per lo svolgimento di queste attività criminali
- valuta i settori maggiormente esposti a tali rischi
- considera l’efficacia del sistema nazionale di prevenzione, investigazione e repressione nel mitigarli.
Dall’analisi emerge un quadro in linea con la precedente rilevazione: in Italia, infatti, la valutazione del rischio riciclaggio è “molto significativa”, ovvero nel gradino più alto della scala a 4 valori adottata per l’analisi per alcuni fenomeni di fondo presenti nel paese, mentre il finanziamento del terrorismo, è ritenuto “abbastanza significativo” (scala di valore 3 su 4), ed il rischio è ritenuto elevato soprattutto per le minacce di matrice confessionale internazionale.
L’analisi evidenzia come fattori di rischio strutturali l’uso diffuso del contante, l’economia sommersa e la persistenza di attività criminali organizzate, specie in aree ad alta infiltrazione mafiosa; le minacce sono prevalentemente legate a corruzione, evasione fiscale, narcotraffico, reati societari, gioco d’azzardo e traffico illecito di rifiuti.
Il documento analizza quindi l’efficacia dei presidi AML/CFT, distinguendo tra intermediari finanziari, professionisti e operatori non finanziari, e segnala la necessità di rafforzare l’azione preventiva e repressiva.
Particolare attenzione è data a cripto-attività, PNRR, crowdfunding e settori ad alta esposizione: l’analisi costituisce la base per definire le priorità strategiche e allocare le risorse operative, contribuendo alla difesa dell’integrità del sistema economico-finanziario nazionale.
Quanto alla prima analisi nazionale dei rischi di finanziamento della proliferazione delle armi di distruzione di massa, il documento analizza tali rischi, in attuazione del D. Lgs. 231/2007: il rischio inerente è considerato medio-alto, anche se l’esposizione diretta dell’Italia è ritenuta contenuta, grazie a un sistema sanzionatorio solido e a presìdi efficaci nei settori più sensibili.
Le principali minacce derivano da soggetti sanzionati che utilizzano complesse strutture societarie, intermediazioni finanziarie e commerci internazionali per eludere i controlli.
L’analisi identifica i settori e i prodotti più vulnerabili (come beni dual use e tecnologie avanzate), proponendo misure di rafforzamento, tra cui formazione, sensibilizzazione degli operatori, e coordinamento tra autorità nazionali.
Il documento costituisce uno strumento chiave per aggiornare la strategia nazionale di contrasto al FP e garantire la conformità agli standard internazionali.
