Il CNDCEC (Consiglio Nazionale Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili), ed la FNC (Fondazione Nazionale Commercialisti), hanno pubblicato recentemente uno studio sull’importanza dell’adozione di un Modello 231 realmente efficace, per le imprese che intendano evitare l’applicazione di misure di prevenzione e accreditarsi come soggetti affidabili nei confronti dell’autorità giudiziaria, del sistema economico nel suo complesso e di tutti gli stakeholders di riferimento.
Nel quadro normativo delineato dal D. Lgs. 231/2001 e dal Codice Antimafia, l’adozione e l’effettiva attuazione di un Modello di organizzazione, gestione e controllo (MOG) rappresentano uno strumento strategico per prevenire e contrastare il rischio di infiltrazioni criminali nelle imprese.
Il documento sottolinea come il Modello 231 sia ormai divenuto un presidio essenziale di self cleaning preventivo, capace non solo di evitare l’applicazione di misure di prevenzione giudiziaria, ma anche di favorire il risanamento aziendale in presenza di criticità già emerse.
La prima parte del lavoro esplora la funzione del MOG in imprese sottoposte a misure di prevenzione ex artt. 34 e 34-bis del Codice Antimafia, evidenziando l’importanza di una valutazione tempestiva del rischio di infiltrazione mafiosa da parte dell’Amministratore giudiziario.
Tale valutazione deve basarsi su un’approfondita analisi del rischio e su una strutturata mappatura delle aree sensibili, al fine di progettare un assetto organizzativo capace di intercettare segnali di illegalità e prevenire condotte illecite.
Ampio spazio è dedicato alla definizione degli elementi essenziali di un Modello 231 efficace, che non deve limitarsi a formalismi documentali, ma deve garantire autenticità attuativa, presidi di controllo effettivi, coinvolgimento attivo dell’Organismo di Vigilanza e diffusione della cultura della legalità in azienda.
Vengono altresì delineati i criteri per una valutazione integrata del rischio, attraverso strumenti come il Tax Control Framework e gli Indicatori di anomalia UIF, utili per intercettare fenomeni quali riciclaggio, abuso di fondi pubblici, corruzione e reati tributari.
La seconda parte approfondisce i passaggi operativi del self cleaning, dalla costruzione del risk assessment, alla progettazione dei protocolli, fino alla gestione dei flussi finanziari e all’adozione di misure durature.
Il documento propone un approccio metodologico rigoroso, che tenga conto del contesto territoriale e settoriale e del coinvolgimento delle autorità giudiziarie e degli stakeholder.
Infine, viene richiamata la giurisprudenza più recente, che ha ribadito l’efficacia del MOG anche sotto il profilo della sostenibilità ESG e del miglioramento dell’efficienza aziendale, dimostrando che la compliance non è solo tutela legale, ma anche leva per la competitività e la reputazione dell’impresa.