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Tassi di interesse bancari: la Guida Banca d’Italia

6 Marzo 2023
Di cosa si parla in questo articolo

Banca d’Italia ha pubblicato una Guida ai dati pubblicati sui tassi d’interesse bancari.

La Banca d’Italia ha il compito di rendere pubblici i dati relativi ai tassi di interesse applicati dalle banche ai prestiti e ai depositi.

Queste informazioni sono raccolte attraverso rilevazioni statistiche nazionali o a livello armonizzato sovranazionali e possono essere utilizzate per diverse finalità, tra cui l’analisi del meccanismo di trasmissione della politica monetaria, l’analisi dei costi effettivi sostenuti dalla clientela bancaria per rapporti di finanziamento e la determinazione dei tassi praticati dagli intermediari ai fini della legge per il contrasto dell’usura.

Per facilitarne un corretto utilizzo, la Banca d’Italia fornisce una Guida in cui vengono spiegate le principali differenze tra i diversi indicatori relativi ai tassi di interesse bancari.

Il paragrafo 2 della nota offre una breve sintesi delle principali tipologie di indicatori, mentre i paragrafi 3, 4 e 5 trattano dei dati e delle fonti utili per le tre finalità sopra indicate.

Descrizione dei principali indicatori sui tassi d’interesse bancari

La Banca d’Italia pubblica i tassi di interesse attivi e passivi come forma di trasparenza sulle condizioni contrattuali applicate dagli istituti di credito. Questi tassi si riferiscono al costo a cui il debitore prende denaro in prestito e al rendimento ottenuto da un risparmiatore per le somme investite nei depositi.

Il tasso annuo nominale (TAN) è il tasso effettivamente concordato tra creditore e debitore, al netto degli oneri aggiuntivi ed è espresso in percentuale del capitale ricevuto e su base annua. Il TAN consente, ad esempio, di determinare la quota di interessi che il cliente deve corrispondere alla banca a fronte di un mutuo per l’acquisto di un’abitazione, oppure il rendimento che un risparmiatore riceve sul proprio deposito.

Per le operazioni di finanziamento, oltre al TAN, sono disponibili ulteriori indicatori che includono le spese e che differiscono tra loro per le voci di costo considerate e per i metodi di calcolo.

Uno di questi indicatori è il tasso annuo effettivo globale (TAEG), che per il debitore è il costo totale di un’operazione di finanziamento che tiene conto non solo degli interessi sul prestito, ma anche di tutti gli oneri relativi al contratto di credito. Il TAEG è un indicatore sintetico di costo molto importante ai fini della trasparenza delle condizioni contrattuali applicate dagli istituti di credito, in quanto permette al debitore una facile comparazione tra i differenti servizi di finanziamento offerti.

Il tasso effettivo globale medio (TEGM) è un indice di costo globale delle operazioni creditizie e si usa come parametro di riferimento per verificare potenziali situazioni usuraie, così come definite dalla legge sull’usura (L.108/1996).

Le modalità di calcolo del TAEG e del TEGM variano a seconda della tipologia di contratto e le spese incluse nel calcolo possono non essere le stesse.

Il tasso annuo effettivo (TAE) è un tasso definito per finalità statistiche, calcolato sui finanziamenti in essere a una certa data e comprensivo degli interessi e di ogni onere addebitato alla controparte. Deve essere strettamente connesso con lo strumento segnalato e non costituire un recupero delle spese sostenute dall’intermediario.

Tutti i tassi di interesse pubblicati dalla Banca d’Italia sul proprio sito sono ottenuti come media di quelli rilevati dagli enti segnalanti per ciascuna tipologia di operazione. I tassi medi possono essere riferiti alle sole nuove operazioni (contratti stipulati nel periodo di riferimento, in termini di flussi) oppure a tutte le operazioni in essere (consistenze) a una determinata data. I tassi sono anche pubblicati con riferimento alle caratteristiche contrattuali (ad es. operazioni a tasso fisso o variabile oppure con durata differente) o di quelle della clientela (ad es. famiglie, imprese).

I tassi di interesse bancari utili per stimare i costi applicati alla clientela bancaria

La Banca d’Italia ha l’obiettivo di analizzare i costi effettivamente sostenuti dalla clientela sui finanziamenti ottenuti dalle banche, e per fare ciò, raccoglie diverse informazioni sia sugli interessi applicati sia sulle commissioni e spese.

Quando si tratta di analizzare il costo del credito per le persone fisiche e le imprese individuali, la Banca d’Italia utilizza la rilevazione trimestrale analitica dei tassi di interesse attivi (TAXIA), che fornisce informazioni dettagliate sulle caratteristiche dei debitori, come la localizzazione geografica, il profilo di rischio e il settore di attività economica o la dimensione. Questi tassi di interesse sono pubblicati nel fascicolo “Banche e istituzioni finanziarie: condizioni e rischiosità del credito per settori e territori” della Banca d’Italia.

La rilevazione statistica nazionale TAXIA viene pubblicata periodicamente, e le serie storiche relative sono diffuse attraverso la BDS della Banca d’Italia. In particolare, l’istituto pubblica il TAE medio per tutti i finanziamenti in essere alla fine del trimestre e il TAEG medio per le operazioni a scadenza avviate nel trimestre.

Per quanto riguarda la clientela diversa dalle persone fisiche, come le società non finanziarie, i tassi TAE e TAEG sono stati resi disponibili a partire dal secondo trimestre del 2019 nella base dati AnaCredit e sono pubblicati nel fascicolo “Banche e istituzioni finanziarie: condizioni e rischiosità del credito per settori e territori”.

Determinazione dei tassi ai fini del calcolo dell’usura

La Banca d’Italia svolge, ogni trimestre, la rilevazione del TEGM, che rappresenta il tasso effettivo globale medio applicato dalle banche e dagli intermediari finanziari per varie operazioni bancarie e finanziarie.

Tale rilevazione viene effettuata per conto del Ministro dell’Economia e delle Finanze, in base alla legge sull’usura (L. 108/1996).

I dati sui TEGM, raccolti dalle segnalazioni degli intermediari, vengono pubblicati sulla Gazzetta ufficiale, nonché sui siti web della Banca d’Italia e del MEF.

Dal 14 maggio 2011, il limite al di sopra del quale gli interessi sono considerati usurari è calcolato come il TEGM aumentato di un quarto, cui si aggiunge un margine di ulteriori 4 punti percentuali.

La differenza tra il limite e il tasso medio non può superare gli 8 punti percentuali. È importante sottolineare che il TEGM tiene conto non solo degli interessi, ma anche delle commissioni, delle remunerazioni e delle spese, escludendo tuttavia quelle relative a imposte e tasse. Inoltre, il TEGM si riferisce agli interessi annuali praticati per operazioni della stessa natura.

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