Il FAFT/GAFI (Gruppo di azione finanziaria internazionale) ha pubblicato un nuovo rapporto in cui evidenzia i rischi gravi e in continua evoluzione legati al finanziamento del terrorismo, nonché le lacune nella capacità dei paesi di comprendere appieno le tendenze del finanziamento del terrorismo, tra cui i metodi di pagamento utilizzati.
Il rapporto rivela in particolare la persistente capacità dei terroristi di sfruttare il sistema finanziario internazionale per sostenere le loro attività e compiere attacchi: poiché i metodi variano a seconda di diversi fattori e contesti, il rapporto evidenzia la capacità di adattamento dei terroristi, sottolineando la necessità di misure antiterrorismo basate sul rischio.
Sebbene molte giurisdizioni abbiano adottato misure importanti per contrastare il finanziamento del terrorismo, il rapporto rileva che il 69% delle giurisdizioni valutate dal FATF e dalla Rete globale presentava carenze gravi o strutturali nell’efficacia delle indagini, dei procedimenti penali e delle condanne nei casi di finanziamento del terrorismo.
Il rapporto sottolinea che, a meno che il settore pubblico e quello privato non rafforzino urgentemente la conformità tecnica e l’efficacia, coloro che cercano di finanziare il terrorismo continueranno a sfruttare le vulnerabilità.
Il rapporto include casi di studio che coprono un arco temporale di oltre 10 anni, per fornire una panoramica completa dei fattori che influenzano i rischi di finanziamento del terrorismo, riunendo i contributi di oltre 80 giurisdizioni della rete globale del GAFI, ricerche approfondite e oltre 840 contributi provenienti dal settore privato, dal mondo accademico e dai think tank (gruppi di esperti).
Per sostenere i paesi nella risposta a queste sfide, il rapporto delinea raccomandazioni chiave volte a migliorare gli sforzi della Rete globale nella comprensione e nella risposta al finanziamento del terrorismo, compreso il rafforzamento della cooperazione internazionale e lo sviluppo di partenariati pubblico-privati mirati.
Fornisce inoltre una serie di indicatori di rischio pratici per aiutare le autorità competenti, il settore privato e altre parti interessate a individuare e reprimere il finanziamento del terrorismo, come i modelli di pagamento, l’attività di viaggio e l’attività sui social media.
Delinea quindi i metodi attuali e in evoluzione utilizzati dalle organizzazioni e dagli individui terroristici per raccogliere, trasferire, conservare e utilizzare fondi e beni, tra cui:
- trasporto di contanti
- hawala (sistema informale di trasferimento di valori usato soprattutto in Medio Oriente e alcune zone dell’Africa, basato su prestazioni e onore)
- servizi di trasferimento di denaro
- servizi di pagamento online
- servizi finanziari formali
- piattaforme digitali (compresi i social media e le funzionalità di crowdfunding)
- beni virtuali
- abuso di entità giuridiche, come società di comodo, trust e organizzazioni senza scopo di lucro (NPO).
Un marcato aumento dell’uso combinato di diversi metodi di finanziamento e l’integrazione delle tecnologie digitali con le tecniche convenzionali, che aggiungono nuovi livelli di complessità alle attività di finanziamento del terrorismo.
Operazioni sempre più decentralizzate, con centri finanziari regionali e cellule autofinanziate che svolgono un ruolo più importante, adattandosi ai contesti locali e utilizzando una gamma più ampia di fonti di finanziamento, dai proventi di attività criminali agli investimenti in attività commerciali: la minaccia è sovente rappresentata da individui solitari, spesso di età più giovane, che si affidano a strategie di microfinanziamento attinte da fonti lecite e piccoli reati, nonché a metodi basati sulla tecnologia, tra cui giochi e social media.
Nel contesto di crescente instabilità e violenza in diverse regioni, il rapporto evidenzia la maggiore prevalenza di organizzazioni terroristiche coinvolte in conflitti armati e come i terroristi o i gruppi terroristici che operano in prossimità di tali conflitti possano variare le loro tattiche di finanziamento, approfittando del complesso contesto di crisi.
Gli aiuti umanitari svolgono un ruolo essenziale nelle regioni colpite da conflitti: il rapporto sottolinea l’importanza di proteggere questo lavoro fondamentale dagli abusi e mette in guardia dal rischio che gli aiuti umanitari vengano dirottati per finanziare il terrorismo, promuovendo misure proporzionate e basate sul rischio per proteggere il settore umanitario e salvaguardare l’attività delle organizzazioni non profit in linea con il diritto internazionale.