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Strumenti macroprudenziali per migliorare il mercato unico: le modifiche raccomandate da EBA

2 Maggio 2022
Di cosa si parla in questo articolo

L’EBA ha pubblicato la sua risposta al Call for Advice della Commissione Europea sulla revisione del quadro macroprudenziale, proponendo una serie di raccomandazioni per semplificare e armonizzare le procedure su alcuni degli strumenti macroprudenziali esistenti.

In particolare, evidenzia l’EBA, il sistema bancario dell’UE si è dimostrato resiliente durante la pandemia da Covid-19 e le banche hanno continuato a fornire credito all’economia reale.

Ciò è dovuto in parte alle misure straordinarie di natura fiscale, monetaria e prudenziale che sono state poste in essere e che hanno incluso il rilascio di riserve macroprudenziali.

L’esperienza acquisita in questo periodo di forte stress per il sistema bancario ha evidenziato la necessità di alcune modifiche per rendere il quadro macroprudenziale più efficace e migliorare il funzionamento del mercato unico.

Sul punto l’EBA raccomanda, pertanto:

  • di ricostruire le riserve patrimoniali regolamentari a livelli sufficienti in modo che possano essere rilasciate quando necessario in futuro;
  • di intraprendere una valutazione completa dell’interazione delle misure macroprudenziali con altri requisiti patrimoniali, come il coefficiente di leva finanziaria, i requisiti di fondi propri e passività ammissibili (MREL);
  • di mantenere ruoli e responsabilità chiari delle diverse autorità coinvolte nella politica microprudenziale e macroprudenziale, nonché uno stretto coordinamento tra loro;
  • di includere un mandato nella direttiva sui requisiti patrimoniali (CRD) per sviluppare metodologie che coprano sia l’identificazione di altri enti di rilevanza sistemica (O-SII) sia la fissazione di coefficienti di riserva adeguati;
  • di semplificare il testo della CRD e del regolamento sui requisiti patrimoniali (CRR) in merito alle procedure di governance per alcune misure macroprudenziali;
  • di effettuare ulteriori valutazioni sulla capacità degli attuali strumenti macroprudenziali di affrontare i rischi ambientali, delle criptovalute e della sicurezza informatica;
  • istituire un sistema di supervisione e monitoraggio per i prestatori non bancari e ampliare il campo di applicazione del quadro macroprudenziale per coprire i prestatori non bancari.
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