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Requisiti minimi e riserve di capitale: considerazioni Banca d’Italia sull’interazione

30 Giugno 2022
Di cosa si parla in questo articolo

Banca d’Italia ha pubblicato una nota sull’interazione tra i requisiti minimi e le riserve di capitale applicabili alle banche italiane.

Il documento approfondisce e presenta una modalità di calcolo per misurare le possibili sovrapposizioni tra i requisiti minimi e le riserve di capitale e per determinare l’effettiva utilizzabilità del requisito combinato di riserva di capitale (Combined Buffer Requirement, CBR).

Il requisito combinato di riserva di capitale è la quota totale del Tier 1 (capitale di classe 1) essenziale per rispondere al requisito concernente la riserva di conservazione del capitale.

L’effettiva utilizzabilità riguarda la facoltà di erodere il capitale deputato al rispetto del CBR evitando di violare un requisito minimo.

La modalità di calcolo individuata valuta contemporaneamente tutti i requisiti minimi che sono applicati:

quello prudenziale basato sulla ponderazione del rischio (risk weights, RW);

quello prudenziale relativo alla leva finanziaria (leverage ratio, LR);

quello inerente la normativa di riferimento per la risoluzione in relazione ai fondi propri e passività ammissibili (Minimum Requirement for own funds and Eligible Liabilities, MREL).

In particolare, evidenzia Banca d’Italia, secondo la metodologia individuata nella nota, la sovrapposizione tra requisiti minimi e le riserve di capitale interessa circa un quarto delle banche italiane e riduce l’usabilità della CBR al 74 per cento del suo valore teorico, contro un mero 27 per cento se la CBR si collocasse al di sopra del MREL -RW non prendendolo in considerazione.

Quando il Common Equity Tier 1 (CET1) assorbito dal requisito MREL-RW è superiore al CET1 assorbito da quello RW, il CBR può essere più utilizzabile di quanto risulti dall’approccio basato unicamente sul requisito RW.

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