Banca d’Italia ha recentemente pubblicato uno studio che analizza la relazione tra gli investimenti dei fondi comuni basati su criteri di sostenibilità ambientale, sociale e di governance (ESG), i prezzi delle azioni delle imprese in cui investono e l’attività di queste ultime.
In particolare, viene analizzato l’effetto dell’introduzione nel 2021 del regolamento europeo per la trasparenza degli investimenti sostenibili (SFDR), che richiede ai fondi comuni di dichiarare un impegno nullo, moderato o forte verso gli investimenti sostenibili.
Dall’analisi emergono alcuni risultati interessanti.
I fondi che dichiarano un impegno moderato riducono l’esposizione verso azioni ad alto rischio ESG (“brown”), rispetto a quelli che non dichiarano alcun impegno.
Diversamente, i fondi con un forte impegno non modificano i propri portafogli, essendo già percepiti come sostenibili e non avendo particolari incentivi a rafforzare ulteriormente la propria strategia ESG.
Il disinvestimento dalle imprese brown avviene indipendentemente dagli impegni ambientali assunti in precedenza da queste ultime e comporta una riduzione del prezzo delle loro azioni.
Tale riduzione è a sua volta associata a una diminuzione della spesa ambientale e a un aumento delle emissioni di carbonio.
Ciò che, in definitiva, suggeriscono i risultati ottenuti è che un disinvestimento generalizzato da parte dei fondi ESG potrebbe, involontariamente, peggiorare la performance ambientale, indebolendo gli incentivi delle imprese a investire nella sostenibilità.