Banca d’Italia ha pubblicato il nuovo Rapporto sulla stabilità finanziaria n. 1/2025, riferito al primo trimestre 2025, che analizza i principali rischi macroeconomici, finanziari e settoriali – tra cui gli effetti dell’annuncio di nuovi dazi USA e le turbolenze nei mercati che si sono susseguite – cui sono soggetti consumatori, imprese, banche e assicurazioni.
Nel primo trimestre del 2025, analizzando i principali fattori correlati ai rischi macroeconomici, si è assistito all’annuncio di nuovi dazi USA, che ha generato turbolenze sui mercati finanziari internazionali, ed ha influenzato anche l’economia italiana: nonostante le tensioni globali, il sistema finanziario italiano mostra tuttavia per Banca d’Italia importanti segnali di resilienza, pur con alcune aree di attenzione.
Negli USA, dopo un iniziale aumento della domanda di titoli di Stato, si sono verificate forti vendite; i rischi per la stabilità finanziaria sono aumentati, mentre in Italia, si è osservata un’aumentata volatilità sui mercati azionari e obbligazionari: nonostante questo, lo spread BTP-Bund si è ridotto rispetto all’autunno precedente.
L’economia italiana, in sintesi ha beneficiato:
- di un mercato del lavoro favorevole
- di una bassa inflazione
- della posizione creditoria netta sull’estero
- del miglioramento del rating sovrano.
In estrema sintesi, questi i dati evidenziati nel rapporto sulla stabilità finanziaria:
- i prezzi delle abitazioni sono risultati in crescita nel residenziale, mentre sono stabili nel commerciale, ed il settore non presenta rischi elevati
- le famiglie italiane godono di una buona situazione finanziaria, grazie all’aumento della ricchezza nel 2024 e al calo dell’indebitamento
- le imprese più esposte alle tensioni commerciali affrontano invece una possibile ulteriore riduzione della redditività e segnali di peggioramento nella capacità di rimborso
- il sistema bancario resta solido, presentando alta patrimonializzazione, liquidità equilibrata anche dopo TLTRO3, anche se:
- un forte aumento delle restrizioni commerciali tra paesi (che potrebbe seguire ai dazi USA) potrebbe determinare un deterioramento della qualità del credito, che tuttavia l’elevata patrimonializzazione del sistema consentirebbe tuttavia di fronteggiare in modo migliore rispetto al passato, anche grazie alla riserva di capitale per il rischio sistemico introdotta lo scorso anno dalla Banca d’Italia
- l’esposizione ai rischi cibernetici e operativi richiede sempre grande attenzione.
- quanto al settore assicurativo, migliora la liquidità nel ramo vita e la redditività e il capitale restano stabili; lo stress test europeo effettuato recentemente conferma d’altronde la resilienza del settore
- per i fondi comuni, sebbene la raccolta netta sia stata positiva, il patrimonio è calato per effetto del calo delle quotazioni nei mercati finanziari: i rischi restano tuttavia contenuti
Il rapporto include cinque riquadri tematici, che trattano:
- l’evoluzione delle criptoattività
- la diffusione ed i rischi legati ai certificates (strumenti di complessa valutazione che possono esporre i detentori a perdite consistenti in caso di scenari avversi: sono titoli di debito che replicano l’andamento di una o più attività sottostanti, come tassi di interesse, azioni, indici di borsa o materie prime, offrendo in molti casi garanzie totali o parziali sul capitale)
- l’uso di garanzie pubbliche da parte delle banche minori a supporto del credito alle imprese
- l’esposizione delle banche ai settori vulnerabili
- l’assicurazione obbligatoria per i danni subiti dalle imprese da eventi catastrofali (polizze CAT-NAT)