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Staking cripto: ESMA sui limiti per i CASP

21 Luglio 2025
Di cosa si parla in questo articolo

ESMA, con Q&A 2607/2025, ha chiarito se, in base al MICAR, sia o meno consentito ai fornitori di servizi di cripto-attività (CASP) di effettuare lo staking delle cripto-attività dei clienti, per proprio conto.

Si ricorda che lo staking è un metodo per ottenere profitti dalle cryptovalute, che vengono “bloccate” con il consenso del cliente titolare, per un determinato periodo di tempo, sul wallet o su una piattaforma, al fine di contribuire alla gestione di una blockchain.

ESMA ricorda preliminarmente che l’art. 70, par. 1, del MiCAR prevede che i CASP che detengono cripto-attività appartenenti a clienti o i mezzi di accesso a tali cripto-attività, devono adottare misure adeguate per impedire l’utilizzo delle cripto-attività dei clienti per proprio conto.

Conseguentemente, il MiCAR non consente lo staking delle cripto-attività dei clienti da parte dei CASP per proprio conto, anche nei casi in cui il cliente abbia espressamente fornito il proprio consenso.

In linea con la Q&A 2067, i CASP e i clienti possono concordare reciprocamente i termini in base ai quali il CASP fornisce lo staking-as-a-service, a condizione che i profitti derivanti dallo staking non vadano a beneficio esclusivo del CASP.

Inoltre, in virtù del loro status regolamentato, i CASP che forniscono lo staking-as-a-service ai propri clienti dovrebbero agire nel migliore interesse dei loro clienti.

In particolare, quando forniscono servizi di cripto-asset, i CASP devono agire in conformità con i requisiti dell’art. 66, par. 1, del MiCAR e garantire di agire in modo onesto, equo e professionale nel migliore interesse dei loro clienti e potenziali clienti.

Inoltre, devono rispettare gli obblighi di cui all’art. 66, par. 2, del MiCAR e garantire che tutte le informazioni, comprese le comunicazioni di marketing, rivolte ai clienti o ai potenziali clienti siano corrette, chiare e non fuorvianti.

Pertanto, ESMA raccomanda ai CASP di comunicare chiaramente i costi che saranno sostenuti dai clienti che utilizzano il CASP come intermediario per lo staking delle loro cripto-attività: conseguentemente, i CASP dovrebbero essere trasparenti in merito alle commissioni o ai compensi percepiti dal CASP stesso, nonché a quelli addebitati da terzi coinvolti nella fornitura del servizio.

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