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Reporting di sostenibilità: l’assurance post Direttiva “Stop the clock”

7 Luglio 2025
Di cosa si parla in questo articolo

Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC), congiuntamente alla Fondazione Nazionale Commercialisti (FNC), hanno pubblicato un documento di ricerca che analizza il ruolo crescente dell’assurance nel reporting di sostenibilità, in un contesto normativo in forte evoluzione, a seguito dell’approvazione della Direttiva (UE) 2025/794 (“Stop-the-clock”), che ha rinviato l’entrata in vigore degli obblighi di rendicontazione e due diligence previsti dalla CSRD e dalla CSDDD.

Lo studio, in particolare, evidenzia come la rendicontazione di sostenibilità, ancora in fase di consolidamento normativo e priva di prassi uniformi, presenti criticità legate al divario tra le aspettative degli stakeholder e il reale perimetro dell’assurance.

Si ricorda che l’assurance può essere definita come quella attestazione fornita sulla base di principi e di standard di verifica professionali, relativa al rispetto di determinati enunciati di redazione, alla qualità e completezza del report, all’adeguatezza dei sistemi, dei processi e delle procedure e all’esistenza di competenze adeguate nel mettere a disposizione dati e informazioni, alla base delle performance aziendali.

Ciò – come viene ricordato nello Studio – rende cruciale il ruolo del revisore, non solo nel validare i dati non finanziari, ma anche nel rafforzare la fiducia, la credibilità e la trasparenza dell’impresa.

Vengono approfonditi i principali standard internazionali applicabili nell’assurance del reporting di sostenibilità, tra cui ISAE 3000, ISSA 5000 e il nuovo SSAE (Italia), adottato con determina della Ragioneria Generale dello Stato.

Il documento sottolinea la centralità della formazione del revisore, l’importanza dello scetticismo professionale e l’adozione di strumenti operativi (checklist, modelli, linee guida) per una verifica efficace dei dati ESG.

Viene inoltre evidenziato il dibattito tra limited assurance (verifica limitata) e reasonable assurance (verifica ragionevole): sebbene il legislatore europeo propenda per la prima, le caratteristiche complesse e qualitative della materia renderebbero auspicabile una verifica più approfondita.

Il documento individua anche i benefici strategici dell’assurance volontaria, specialmente per le imprese escluse dagli obblighi normativi, tra cui:

  • un miglioramento del merito creditizio e della bancabilità
  • una migliore accountability verso gli stakeholder
  • un miglior posizionamento competitivo futuro.

Dal punto di vista operativo, l’assurance si articola in diverse fasi:

  1. engagement management e pianificazione;
  2. valutazione dei rischi ESG e dei criteri di rendicontazione;
  3. controlli su processi e dati, sia di tipo analitico che substantivo;
  4. verifica dei KPIs ambientali, sociali e di governance;
  5. conclusione e redazione della relazione di attestazione.

Infine, si sottolinea che l’assurance contribuisce:

  • al rafforzamento dei controlli interni
  • alla riduzione del rischio di errore
  • all’incremento della qualità del reporting
  • al miglioramento continuo delle performance aziendali, rafforzando la sostenibilità come leva di valore e reputazione.
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