Il Parlamento UE ha approvato il 16 dicembre 2025 la propria posizione sull’adozione della direttiva che modifica le Direttive 2006/43/CE, 2013/34/UE, 2022/2464/UE (CSRD) e 2024/1760/UE (CSDDD), per quanto riguarda alcuni obblighi relativi alla rendicontazione societaria di sostenibilità e al dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità (pacchetto Omnibus I).
L’approvazione segue all’impegno del Consiglio, con lettera dell’11 dicembre 2025, di approvare la posizione del Parlamento europeo, in conformità dell’art. 294, par. 4, TFUE.
Una volta adottata formalmente anche dal Consiglio, la direttiva in questione, di cui al pacchetto Omnibus I, entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE.
Le modifiche alla CSRD approvate con il pacchetto Omnibus I
La rendicontazione sociale e ambientale, ossia l’obbligo per le aziende di rendere pubblici i dati sul loro impatto sull’ambiente e le persone, diventerà obbligatoria:
- per le imprese dell’UE con una media di oltre 1.000 dipendenti e un fatturato netto annuo superiore a 450 milioni di euro
- le imprese di paesi non UE con un fatturato netto di oltre 450 milioni di euro nell’UE, e le loro succursali e imprese “figlie” con un fatturato superiore a 200 milioni di euro nell’Unione.
Gli obblighi di rendicontazione verranno inoltre ridotti e la rendicontazione settoriale diventerà volontaria: le imprese con meno di 1.000 dipendenti non saranno più tenute a fornire alle società più grandi con cui collaborano informazioni aggiuntive rispetto a quelle previste dalle norme sulla rendicontazione volontaria.
Per facilitare il rispetto delle nuove norme, la Commissione UE istituirà un portale digitale che darà accesso a orientamenti guida sugli obblighi di rendicontazione nazionali e UE, inclusi modelli di documenti da presentare.
Le modifiche alla CSDDD
Le imprese tenute a esercitare la due diligence (dovere di diligenza), volto a individuare le strategie per mitigare il loro impatto negativo sulle persone e sul pianeta, saranno:
- le società con un fatturato netto annuo di oltre 1,5 miliardi di euro e più di 5.000 dipendenti se hanno sede nell’UE
- le società con un fatturato netto annuo di oltre 1,5 miliardi di euro nell’UE se hanno sede al di fuori dell’Unione.
Le imprese interessate dovranno procedere a esercizi esplorativi per individuare eventuali rischi nelle loro catene di attività, mentre le società più grandi potranno chiedere informazioni ai partner commerciali con meno di 5.000 dipendenti, solo se necessario per una valutazione approfondita.
Inoltre:
- le imprese non saranno più tenute a presentare dei piani di transizione che certifichino la compatibilità del loro modello aziendale con la transizione verso un’economia sostenibile
- le aziende che non applicheranno le norme in maniera corretta saranno perseguibili a livello nazionale e potrebbero incorrere in ammende fino al 3% del loro fatturato netto mondiale
La direttiva CSDDD entrerà in vigore il 26 luglio 2029 per tutte le imprese interessate.


