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Mutui ipotecari: azione collettiva su clausole di tasso minimo sub iudice

25 Gennaio 2024
Di cosa si parla in questo articolo

L’Avvocato generale della Corte di Giustizia UE, Laila Medina, ha presentato le proprie conclusioni nella causa C-450/22, in cui la Corte è stata chiamata a pronunciarsi sull’idoneità dell’azione collettiva ad effettuare un controllo della trasparenza delle clausole di tasso minimo, al fine di accertarne il carattere abusivo.

In particolare, nel caso presentato alla Corte di Giustizia, una Associazione spagnola di consumatori (ADICAE) aveva intentato un’azione collettiva nei confronti di 101 istituti finanziari operanti in Spagna, volta a far cessare l’utilizzo, da parte di tali istituti, delle clausole di tasso minimo in contratti di mutuo ipotecario e ad ottenere la restituzione di quanto pagato in applicazione di tali clausole.

Si definiscono clausole di tasso minimo quelle clausole standard contenute in contratti di mutuo ipotecario a tasso variabile, che prevedono una soglia (o tasso minimo) al di sotto della quale il tasso di interesse variabile non può scendere, neanche nel caso in cui il tasso di riferimento (generalmente l’Euribor) si attesti al di sotto di essa.

Nelle proprie conclusioni, l’avvocato generale sottolinea che la Direttiva 93/13/CEE, non preclude il controllo giurisdizionale di trasparenza nel contesto di un’azione collettiva.

Esso deve adattarsi alle particolarità delle azioni collettive, fra cui il livello di astrazione, e concentrarsi sulla prassi contrattuale e precontrattuale standard del professionista nei confronti del consumatore medio.

Escludere l’esame della trasparenza delle clausole contrattuali nell’ambito dei procedimenti collettivi, infatti, ad avviso dell’avvocato generale, vanificherebbe lo scopo delle azioni collettive e sarebbe incoerente con la normativa dell’Unione, volta a potenziare la tutela giurisdizionale degli interessi collettivi dei consumatori.

Tale controllo giurisdizionale è infatti possibile anche quando il procedimento è avviato nei confronti di un numero significativo di istituti finanziari e riguardi un elevato numero di contratti; ciò, tuttavia, alla triplice condizione che:

  • i professionisti appartengano allo stesso settore economico
  • le clausole contrattuali siano simili
  • sia garantito il diritto di ciascun istituto finanziario a una tutela giurisdizionale effettiva.

L’avvocato generale Medina sottolinea, con riferimento al caso specifico, pertanto, che spetta alla Corte suprema spagnola che ha presentato l’istanza di rinvio alla Corte di Giustizia stabilire se esista un grado di somiglianza sufficiente per consentire la prosecuzione dell’azione collettiva, anche tenendo conto che:

  • i professionisti sono tutti istituti bancari
  • tutte le clausole contestate sono clausole di tasso minimo standard inserite nei contratti di mutuo ipotecario
  • tutte le clausole hanno l’effetto di escludere la variazione del tasso di interesse al di sotto di una certa soglia.

Secondo l’avvocato generale, in sostanza, tutti questi elementi costituirebbero un indizio di somiglianza sufficiente.

L’avvocato generale, in conclusione, ritiene possibile utilizzare il criterio del consumatore medio per effettuare il controllo di trasparenza nella causa pendente dinanzi alla Corte suprema spagnola, atteso che detto criterio oggettivo di valutazione è indipendente dalle caratteristiche, o dal numero di consumatori interessati.

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