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Il capitale circolante netto come leva strategica delle imprese

24 Gennaio 2025
Di cosa si parla in questo articolo

Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC), congiuntamente alla Fondazione Nazionale Commercialisti (FNC), hanno pubblicato un documento che esplora l’importanza della gestione del capitale circolante netto (CCN) come fattore critico di successo per le imprese, evidenziandone altresì il ruolo strategico nella gestione finanziaria di breve periodo, nonché nel mantenimento dell’equilibrio patrimoniale.

Si ricorda che il capitale circolante netto è dato dalla differenza tra le attività correnti e le passività correnti di stato patrimoniale; rientrano tra le attività correnti i crediti verso clienti, le rimanenze finali, la cassa, i ratei e risconti attivi; fra le passività correnti vi sono invece i debiti verso fornitori, i debiti di natura operativa, i ratei ed i risconti passivi.

Particolare attenzione è dedicata alla correlazione tra dinamiche reddituali e flussi finanziari, con riferimento al Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D. Lgs. n. 14/2019), che sottolinea l’importanza di monitorare i segnali di insolvenza.

Il capitale circolante netto è descritto nelle sue tre configurazioni principali: commerciale, operativo e finanziario.

La gestione efficace di queste componenti consente alle imprese di ottimizzare i flussi finanziari e prevenire squilibri:

  • la configurazione commerciale attenziona in particolare la gestione dei crediti e debiti commerciali, con particolare riferimento alla concessione di dilazioni di pagamento e ai relativi costi
  • la configurazione operativa include la gestione delle scorte e delle voci operative
  • la configurazione finanziaria considera l’equilibrio tra attivo e passivo corrente, fondamentale per valutare la solvibilità aziendale.

Un approfondimento significativo è riservato alle politiche di credito come leva strategica per incrementare i ricavi; tuttavia, il documento sottolinea i rischi associati, inclusi i costi per insoluti e il fabbisogno finanziario derivante dal mancato incasso.

Vengono proposti modelli per calcolare il costo del capitale investito nel credito, evidenziando la necessità di bilanciare strategicamente le dilazioni con la capacità produttiva e finanziaria dell’impresa.

La gestione del capitale circolante richiede un approccio integrato tra strategie operative e strumenti di pianificazione finanziaria.

Tra questi, la riclassificazione del conto economico per aree gestionali e l’uso di indicatori come il current ratio e il quick ratio, che permettono di monitorare la liquidità e la solvibilità dell’impresa.

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