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Fondi obbligazionari: esposizione al rischio e intervento delle banche centrali

21 Marzo 2023
Di cosa si parla in questo articolo

Banca d’Italia ha pubblicato un’analisi relativa agli interventi delle banche centrali e all’esposizione al rischio dei fondi obbligazionari.

Il lavoro analizza l’effetto dei programmi di acquisto di titoli annunciati dalle banche centrali dopo l’inizio della crisi pandemica sull’esposizione ai rischi di credito e di liquidità dei fondi comuni aperti europei e statunitensi che investono in obbligazioni societarie.

In particolare, evidenzia Banca d’Italia, nell’ultimo decennio, i fondi comuni di investimento obbligazionari aperti hanno attratto ingenti risorse.

Dal 2010, il loro patrimonio totale in gestione è più che raddoppiato a livello globale, raggiungendo i 13.000 miliardi di dollari, superando la crescita dei titoli di debito in circolazione.

Questa espansione comporta benefici e rischi per l’economia reale e il sistema finanziario.

Da un lato, migliora la capacità del settore non finanziario di diversificare le proprie fonti di finanziamento e di ottenere credito quando l’offerta di prestiti bancari diminuisce.

Dall’altro lato, il ruolo crescente dei fondi obbligazionari nel finanziamento dell’economia potrebbe diventare una fonte di instabilità per i mercati e gli altri intermediari, evidenziando la necessità di sviluppare una comprensione più approfondita delle loro vulnerabilità.

Rischi dei fondi obbligazionari

In questo articolo Banca d’Italia evidenzia che le fragilità finanziarie associate al disallineamento della liquidità sono state i fattori chiave dell’assunzione di rischio dei fondi obbligazionari societari dopo lo scoppio della pandemia COVID-19 e gli interventi politici che l’hanno seguita.

Alla fine di gennaio 2020 gli indici dei mercati azionari hanno iniziato a scendere e i rendimenti delle obbligazioni sovrane sono diminuiti in modo sostanziale a causa della crescente domanda degli investitori di attività sicure e liquide.

Nella seconda metà di febbraio, lo shock si è manifestato nel mercato delle obbligazioni societarie, con un improvviso aumento degli spread tra le obbligazioni investment grade (IG) e quelle ad alto rendimento (HY) e significativi deflussi dai fondi obbligazionari societari in tutti gli stili di investimento.

A metà marzo, le autorità pubbliche hanno annunciato un’ampia gamma di misure politiche senza precedenti per mitigare l’impatto della pandemia e alleviare le tensioni sui mercati finanziari, compresi programmi di acquisto di obbligazioni societarie.

Questi interventi sono stati necessari ed efficaci nel mitigare lo stress dei mercati finanziari, riducendo il livello e la volatilità dei tassi di mercato e l’esposizione dei fondi a significativi deflussi.

Durante la maggior parte del 2020, l’indice VIX e gli spread tra obbligazioni IG e HY hanno oscillato intorno a livelli doppi rispetto a quelli osservati alla fine dell’anno precedente.

Le vulnerabilità dei fondi comuni di investimento

Le tensioni di mercato hanno evidenziato le vulnerabilità del settore dei fondi comuni di investimento aperti in obbligazioni societarie.

Infatti, la presenza di costi di transazione (ad esempio, elevati spread denaro-lettera) in mercati meno liquidi come quello delle obbligazioni societarie crea complementarietà di payoff tra gli investitori in fondi che offrono termini di rimborso giornalieri.

I costi di liquidazione sostenuti dai gestori patrimoniali per rimborsare gli investitori uscenti tendono infatti a ridurre il rendimento di quelli che rimangono nel fondo.

Questa esternalità è associata al rischio di prelazione da parte degli azionisti disposti a ritirare il denaro dal fondo se si aspettano che altri lo facciano, rendendo i flussi netti dei fondi obbligazionari molto sensibili alla cattiva performance.

Quando l’incertezza è elevata, come nel periodo successivo all’epidemia, le fragilità finanziarie associate al disallineamento della liquidità nel settore dei fondi obbligazionari societari possono ridurre l’assunzione di rischio. I gestori patrimoniali sono incentivati a detenere contanti e attività liquide per far fronte ai rimborsi a costi inferiori e a limitare la quota di investimenti illiquidi al fine di mitigare il rischio di significativi deflussi o corse agli sportelli.

Nuovi spunti di analisi

Nel complesso, l’analisi della Banca d’Italia fornisce nuovi spunti per comprendere la reazione dei fondi di investimento alle misure di policy.

Gli interventi delle banche centrali sono stati fondamentali per ripristinare il funzionamento del mercato e non si può escludere che alcune forme di sostegno esterno fornite dalle banche centrali possano essere nuovamente necessarie in futuri periodi di estrema tensione del mercato.

Tuttavia, i risultati suggeriscono che questi interventi possono essere associati a un aumento degli incentivi dei fondi ad assumere rischi.

L’incentivo ad assumere più rischi è più forte nel breve periodo (cioè nel trimestre successivo all’introduzione della politica), ma si traduce in uno spostamento verso l’alto della loro esposizione al rischio che non si riequilibra nei periodi successivi (almeno dopo circa nove mesi).

Questi effetti indesiderati possono essere affrontati introducendo politiche che limitino l’assunzione di rischio ex-ante nel settore dei fondi obbligazionari.

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