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Euro digitale: la posizione negoziale del Consiglio UE

23 Dicembre 2025
Di cosa si parla in questo articolo

Il Consiglio UE ha definito la propria posizione negoziale su tre proposte di regolamento strettamente collegate, finalizzate da un lato a creare il quadro giuridico per una possibile introduzione dell’euro digitale e, dall’altro, a rafforzare e chiarire il regime del corso legale del contante in euro, assicurando coerenza tra le due forme di moneta pubblica.

Le proposte sono:

  • proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all’istituzione dell’euro digitale (2023/0212 – COD)
  • proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla fornitura di servizi in euro digitale da parte di prestatori di servizi di pagamento non appartenenti all’area dell’euro (2023/0211 – COD)
  • proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al corso legale delle banconote e delle monete in euro (2023/0208 – COD).

Le proposte mirano complessivamente a rafforzare la moneta unica, adattandola all’evoluzione dei sistemi di pagamento, senza indebolire il ruolo del contante. L’euro digitale sarebbe concepito come strumento pubblico emesso dalla banca centrale, destinato a integrare il contante, e non a sostituirlo, offrendo a cittadini e imprese un mezzo di pagamento utilizzabile ovunque e in qualsiasi momento nella zona euro, sia per operazioni online sia offline. In quanto passività diretta della BCE, l’euro digitale contribuirebbe a preservare la moneta di banca centrale quale ancora del sistema dei pagamenti.

Secondo l’impostazione condivisa dal Consiglio, l’euro digitale dovrebbe:

  • essere utilizzabile anche in assenza di connessione Internet, tramite funzionalità offline
  • garantire un elevato livello di riservatezza nelle transazioni
  • convivere con gli strumenti di pagamento privati, nazionali e internazionali, già presenti sul mercato.

La decisione finale sull’effettiva emissione spetterà comunque alla BCE, una volta completato l’iter legislativo; l’operatività potrebbe avvenire entro il 2029.

Un elemento centrale della posizione del Consiglio riguarda la prevenzione degli impatti sulla stabilità finanziaria. A tal fine, il testo prevede limiti quantitativi all’ammontare di euro digitali detenibili da ciascun utente. Tali limiti saranno determinati dalla BCE, ma entro un massimale complessivo fissato a livello politico, soggetto a revisione almeno biennale, per evitare che l’euro digitale diventi una riserva di valore.

Sul piano dei costi, i prestatori di servizi di pagamento (PSP) non potranno applicare commissioni ai consumatori per una serie di servizi essenziali, come l’apertura e la chiusura dei conti in euro digitale, l’esecuzione dei pagamenti di base o il trasferimento di fondi da e verso conti presso lo stesso PSP. Rimane invece possibile applicare commissioni per servizi a valore aggiunto. È inoltre previsto un regime di indennizzo per i PSP, con un periodo transitorio di almeno cinque anni durante il quale commissioni interbancarie e commissioni a carico degli esercenti saranno contenute entro livelli comparabili a quelli di strumenti di pagamento analoghi.

Accanto alla disciplina sull’euro digitale, il Consiglio ha definito la propria posizione su una seconda proposta volta a tutelare il contante in euro, che resta, secondo il diritto UE vigente, l’unica forma di moneta avente corso legale. Il regolamento chiarisce il significato di tale status e il suo coordinamento con l’euro digitale, con l’obiettivo di:

  • assicurare l’accettazione del contante nella zona euro
  • garantire l’accesso al contante e la libertà di scelta dei cittadini.

Il Consiglio sostiene un divieto effettivo di rifiuto del contante da parte di commercianti e prestatori di servizi, salvo eccezioni circoscritte, in particolare per i pagamenti a distanza o per i distributori automatici. Gli Stati membri saranno tenuti a monitorare l’accettazione e la disponibilità del contante, adottando misure correttive se necessario, e a predisporre piani di resilienza per fronteggiare gravi interruzioni dei sistemi di pagamento elettronici.

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