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Analisi di scenario ambientale: come anticipare rischi climatici e ambientali

10 Dicembre 2025
Di cosa si parla in questo articolo

L’analisi di scenario ambientale costituisce un processo strutturato volto a esplorare come diversi futuri possibili, in termini di cambiamento climatico e ambientale, possano incidere sulla strategia, sulla resilienza finanziaria e sul modello di business degli enti bancari, tramite approcci che spaziano da valutazioni qualitative a modelli quantitativi, progressivamente più sofisticati.

Tale analisi rappresenta uno strumento essenziale per anticipare rischi caratterizzati da incertezza strutturale, non linearità e potenziali “punti di non ritorno” che, se ignorati, potrebbero compromettere la capacità delle istituzioni di operare in un contesto economico profondamente trasformato dai cambiamenti climatici.

Nel quadro normativo europeo, le analisi di scenario rientrano pienamente nell’attuazione del mandato assegnato ad EBA dall’art. 87-bis, par. 5, lett. d) della CRD VI (Direttiva 2024/1619/UE), che impone agli enti di testare e verificare la propria resilienza agli impatti negativi dei fattori ESG su orizzonti sia di breve che di lungo termine.

Le Linee guida EBA del 2025 integrano gli orientamenti già pubblicati sulla gestione dei rischi ESG e specificano la definizione degli scenari e alla loro integrazione nei processi di stress test e di valutazione strategica.

L’intervento di EBA si giustifica perché, in assenza di indicazioni comuni, le prassi degli enti risulterebbero eterogenee, rendendo difficile la supervisione prudenziale e indebolendo la capacità del settore di sostenere una transizione ordinata verso un’economia sostenibile: gli orientamenti sono volti a promuovere coerenza, proporzionalità e un approccio progressivo capace di evolvere mano a mano che maturino dati e metodologie disponibili.

Si ricorda che la nostra Rivista ha organizzato per il giorno 22 gennaio 2026 il webinar “Analisi degli scenari ambientali: nuove linee guida EBA“, che approfondirà finalità e metodologie per l’analisi degli scenari di rischio ambientale sottese alle nuove linee guida EBA, al fine di consentire agli enti vigilati di identificare adeguatamente i fattori di rischio, definire gli scenari plausibili e valutarne gli impatti sul capitale e sulla strategia di business.

Come EBA suggerisce di sviluppare l’analisi di scenario ambientale

Lo sviluppo dell’analisi di scenario ambientale richiede, secondo le Linee guida, un insieme coordinato di passaggi, che inizia con una valutazione approfondita del contesto operativo e prosegue con l’identificazione dei canali di trasmissione attraverso cui i rischi ambientali influenzano redditività, patrimonio, liquidità e stabilità delle controparti.

I canali individuati comprendono impatti microeconomici (riduzione redditività imprese, danni fisici agli asset, costi di adattamento) e macroeconomici (shock di offerta, inflazione, interruzioni delle catene del valore, migrazioni).

Gli enti devono poi costruire una narrazione coerente, che definisca lo scenario di riferimento e che sia approvata dal vertice, diventando base comune per tutte le analisi prospettiche condotte dall’organizzazione: tale “narrazione” deve essere riesaminata periodicamente e utilizzata in modo integrato nelle funzioni di rischio, strategia e pianificazione aziendale.

EBA distingue due principali applicazioni degli scenari:

  • prove di stress, finalizzate a verificare la resilienza finanziaria nel breve periodo a shock ambientali severi ma plausibili
  • analisi della resilienza del modello di business, orientata a comprendere come i fattori ambientali possano modificare nel tempo la sostenibilità di strategie e portafogli, con un orizzonte almeno decennale e con un ruolo diretto nell’impostazione dei piani di transizione.

L’integrazione dell’analisi degli scenari ambientali nel quadro di gestione dei rischi implica un ripensamento trasversale dei processi aziendali, perché gli esiti degli scenari devono confluire sia nelle valutazioni di adeguatezza patrimoniale e di liquidità (ICAAP e ILAAP) sia nella definizione del RAF (che stabilisce quanti e quali rischi un ente creditizio può assumere e gestire), influenzando limiti, soglie e indicatori di early warning: ciò, in un contesto in cui i rischi climatici e, più in generale, ambientali, possono modificare in modo significativo l’esposizione dell’ente su diversi orizzonti temporali.

Tale integrazione richiede:

  • un coordinamento continuo tra funzioni strategiche, di rischio, commerciali e operative
  • flussi informativi reciproci
  • una convergenza metodologica tra processi di materialità, pianificazione, politiche creditizie, controllo dei limiti e monitoraggio.

Infatti, solo una visione olistica e interfunzionale consente all’ente di tradurre la prospettiva data dagli scenari in decisioni strategiche tempestive e coerenti con i requisiti regolamentari.

Gli enti, in estrema sintesi, per integrare l’analisi degli scenari ambientali nel quadro di gestione dei rischi dovrebbero:

  • rafforzare la governance e di processi interni, istituendo un presidio di alto livello sulla narrazione e sugli scenari comuni, assicurando il coinvolgimento coordinato delle diverse funzioni e documentando ipotesi, proxy, risultati e limiti metodologici
  • in base al principio di proporzionalità, calibrare sofisticazione e frequenza delle analisi sulla rilevanza dei rischi ambientali e sulla maturità delle metodologie, con possibilità di ricorrere a esercizi qualitativi o ad analisi di sensibilità nelle fasi iniziali
  • integrare i risultati delle analisi negli strumenti di gestione, includendo gli scenari in stress test interni, processi ICAAP/ILAAP, definizione del RAF e valutazioni di resilienza del modello di business, così da orientare strategie, politiche creditizie e pianificazione finanziaria in coerenza con i rischi rilevati
  • sviluppare le proprie capacità modellistiche e di gestione dei dati, migliorando progressivamente la comprensione dei canali di trasmissione e aumentando la robustezza delle tecniche quantitative, mantenendo al tempo stesso un equilibrio tra complessità e giudizio esperto.
Di cosa si parla in questo articolo

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