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Manovra economica triennio 2026-28: rilievi di Banca d’Italia

7 Novembre 2025
Di cosa si parla in questo articolo

Banca d’Italia ha pubblicato l’audizione preliminare del 06 novembre 2025 all’esame della manovra economica per il triennio 2026-28 del Vice Capo del Dipartimento Economia e statistica Fabrizio Balassone, presso le Commissioni riunite sul bilancio di Camera e Senato.

Nell’audizione preliminare alle Commissioni Bilancio di Senato e Camera, Banca d’Italia ha offerto una valutazione articolata della manovra economica per il triennio 2026-2028, evidenziandone sia gli elementi di coerenza macroeconomica sia le aree di fragilità.

Secondo Banca d’Italia, la manovra non modifica sostanzialmente l’indebitamento nel 2026, mentre comporta un aumento moderato del disavanzo nel 2027-2028 (circa 0,3 punti di PIL l’anno).

Viene inoltre “sfruttato pressoché tutto lo spazio consentito dalle nuove regole di bilancio europee”; gli obiettivi di crescita della spesa netta risultano complessivamente centrati grazie a interventi di ricomposizione che riportano la dinamica in linea con i tetti programmati.

Le misure espansive, nella manovra economica, ammontano a circa 18 miliardi l’anno, con coperture in calo nel triennio (18, 13 e 11 miliardi), a causa della riprogrammazione del PNRR.

Tra le componenti principali si segnalano:

  • oltre 6 miliardi medi annui destinati a modifiche del sistema tributario e previdenziale
  • 2,6 miliardi aggiuntivi per la sanità, soprattutto per assunzioni e tetti di spesa sanitaria
  • 3,7 miliardi per spese in conto capitale, inclusi investimenti infrastrutturali.

Banca d’Italia osserva tuttavia che molti interventi “hanno natura transitoria” e che ciò può ridurre l’efficacia programmatica della manovra nel medio periodo.

Gli interventi a favore dei redditi, anche se temporanei, sono ritenuti utili in un contesto di perdurante erosione del potere d’acquisto: Banca d’Italia ricorda che nel periodo 2022-2025 tali misure “hanno più che compensato” gli effetti negativi del drenaggio fiscale e dell’erosione dei trasferimenti.

Le misure sul taglio dell’IRPEF alleggeriscono il carico fiscale e offrono un sostegno al reddito disponibile di una parte significativa delle famiglie, anche se limitatamente ai contribuenti sopra 28.000 euro, e quindi non ha un impatto generalizzato; Banca d’Italia osserva che, per i redditi più elevati, la riduzione delle detrazioni annulla l’effetto positivo.

Inoltre, le modifiche al calcolo dell’ISEE, se applicate anche nel caso di prestazioni (in denaro o in natura) soggette a razionamento, come ad esempio la frequenza di asili nido e mense scolastiche, modificherebbero l’ordinamento delle famiglie potenzialmente interessate a fruire di tali servizi, favorendo quelle più numerose e quelle proprietarie dell’abitazione: secondo Banca d’Italia, tra le famiglie potenzialmente sfavorite rientrerebbero quelle più giovani e quelle di cittadinanza straniera.

Apprezzato altresì il rifinanziamento del Fondo sanitario nazionale, soprattutto per personale e prestazioni fondamentali.

Giudizio positivo anche sull’introduzione dell’obbligo per i Ministeri di effettuare entro giugno 2026 una valutazione delle proprie politiche di spesa, considerato un passo verso una “cultura della valutazione” nella PA.

Quanto ai rilievi segnalati da Banca d’Italia, si segnalano:

  • incentivi alle imprese limitati e instabili: le risorse per gli incentivi agli investimenti sono definite “relativamente contenute” e spesso sostitutive di misure precedenti; le continue modifiche normative aumentano incertezza e oneri amministrativi, “frenandone l’efficacia”.
  • misure di “rottamazione”: la nuova definizione agevolata è valutata criticamente, poiché in passato tali strumenti “non hanno accresciuto l’efficacia nel recupero di gettito
  • tassazione dei redditi d’impresa: gli interventi sulle deduzioni e sulla compensabilità generano maggiore gettito, ma introducono ulteriori differimenti, che producono accumuli di DTA (attività fiscali differite) e incertezze di medio periodo, specie per il settore bancario
  • spesa per la difesa: Banca d’Italia segnala l’assenza nella manovra delle maggiori spese per la difesa previste nel DPFP, nonostante impegni internazionali già assunti
  • PNRR: la riprogrammazione è da considerarsi un’occasione per rendere più realistici i tempi, ma viene richiesto un “deciso impulso alla spesa” data la vicinanza delle scadenze europee.
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