EBA ha pubblicato un elenco aggiornato dei gruppi e succursali di paesi terzi che operano nell’Unione europea e nello Spazio economico europeo, volta a migliorare la trasparenza del mercato, fornendo alle parti interessate informazioni chiare sulle strutture proprietarie degli istituti che operano nell’UE/SEE sotto controllo straniero.
Si ricorda che, ai sensi dell’art. 21 ter della Direttiva 2013/36/UE (direttiva sui requisiti patrimoniali – CRD), i gruppi di paesi terzi che operano attraverso più di un ente nell’Unione e con un totale di attività pari o superiore a 40 miliardi di euro, sono tenuti ad avere un’impresa madre nell’UE intermedia (IPU).
EBA svolge un ruolo fondamentale nel facilitare la cooperazione tra le autorità nazionali competenti e nel sostenere il loro processo decisionale in materia di IPU: nel luglio 2021, in particolare, le linee guida EBA 2021/08 (EBA/GL/2021/08) hanno fornito una metodologia comune per il calcolo del valore totale delle attività al fine di garantire un’applicazione coerente del diritto dell’Unione.
Nel maggio 2022, EBA ha pubblicato una decisione (EBA/DC/441) sulla segnalazione prudenziale per il monitoraggio della soglia dell’impresa madre intermedia dell’UE, al fine di garantire un’applicazione tempestiva del requisito IPU.
L’aggiornamento del 2025 identifica 445 gruppi di paesi terzi provenienti da 50 paesi al di fuori dell’UE/SEE che sono attualmente attivi nell’area.
Tra questi:
- 10 gruppi hanno costituito imprese madri intermedie dell’UE (IPU), come richiesto dalla normativa UE
- 59 gruppi di paesi terzi hanno filiali nell’UE/SEE, per un totale di 88 filiali di paesi terzi distribuite nell’UE/SEE.
