Banca d’Italia ha recentemente pubblicato il testo dell’audizione del 10 aprile 2025 del Dott. Giuseppe Siani, Capo del Dipartimento Vigilanza Bancaria e Finanziaria, sul sistema delle regole e dei controlli di vigilanza prudenziale, dinanzi alla Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario, finanziario e assicurativo.
In particolare, dopo una breve ricognizione sul quadro normativo vigente e sull’attività di vigilanza anche prudenziale di Banca d’Italia, l’audizione si focalizza sull’andamento del sistema finanziario italiano e sulle priorità strategiche della vigilanza per il prossimo futuro.
Ne emerge che le condizioni delle banche italiane «sono nel complesso buone» e ciò in ragione del solido profilo patrimoniale e della bassa incidenza dei crediti deteriorati sul totale dei finanziamenti (in particolare, per le banche significative italiane l’indicatore di crediti deteriorati risulta essere in linea con quello della media dell’Eurozona).
Al di là del rischio di credito, poi, adeguatamente contenuti risultano essere anche gli altri principali rischi, ossia quello di mercato e quello di liquidità.
Quanto al core business delle banche, l’esercizio del credito è in crescita verso le famiglie ma in calo verso le imprese, non tanto per la generale prudenza delle banche ma per la debolezza della domanda.
In calo è anche la raccolta complessiva. Nel complesso, però, la redditività delle banche italiane è comunque ai livelli più elevati dal 2008: nello specifico, nel corso del 2024, il return on equity è stato del 12,8 per cento.
Ad ogni modo, al fine di aumentare la capacità del sistema bancario di fronteggiare rischi inattesi anche indipendenti dal ciclo economico e finanziario (come quelli geopolitici), l’Autorità ha attivato ad aprile 2024 una riserva di capitale a fronte del rischio sistemico (c.d. “systemic risk buffer”) pari all’1%: una parte, lo 0,5%, è stata costituita dalle banche alla fine del 2024 e la parte rimanente dovrà esserlo entro il 30 giugno 2025.
Inoltre, l’Autorità ha anche incrementato rispetto allo scorso anno i requisiti patrimoniali aggiuntivi, ossia il requisito vincolante di secondo pilastro (P2R) e gli orientamenti non vincolanti (P2G).
Quanto agli intermediari non bancari, invece, l’Autorità ha registrato in lieve peggioramento di tutti i profili di rischio, con particolare riguardo alla governance e ai rischi di credito e di tasso.
Particolare attenzione è stata rivolta anche al comparto dei servicer nell’ambito delle operazioni di cartolarizzazione: sono stati intensificati i controlli e ne è emersa la necessità di rafforzare gli assetti organizzativi, i sistemi di controllo e di gestione dei rischi.
L’audizione, infine, si conclude con un focus sulle priorità strategiche di Banca d’Italia: in primis, viene ribadita la necessità di rafforzare la resilienza di banche ed altri intermediari rispetto alle citate tensioni geopolitiche.
In secondo luogo, l’Autorità mira ad assicurare un generale miglioramento della governance degli enti, stimolando «ulteriormente la diffusione di un’adeguata cultura del rischio nell’organizzazione aziendale».
Terzo ma non di minore importanza, il tema della transizione ecologica e digitale e alla relativa emersione di nuovi rischi e criticità operative, che banche ed intermediari saranno tenuti ad affrontare.