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OICR: da IOSCO le Good Practice su commissioni e oneri degli organismi di investimento collettivo

13 Settembre 2016
Di cosa si parla in questo articolo

L’Organizzazione Internazionale delle Autorità di Controllo dei Mercati (IOSCO) ha pubblicato il report finale in materia di Good Practice per le commissioni e gli oneri degli organismi di investimento collettivo.

Obiettivo delle nuove linee-guida è quello di identificare le pratiche correntemente utilizzate a livello internazionale in materia che potrebbero essere applicate con successo a livello regolamentare dai vari paesi. Commissioni e oneri imposti agli investitori possono avere un peso non trascurabile sulle decisioni d’investimento dei soggetti interessati. Tali costi, ad esempio, potrebbero generare potenziali conflitti d’interesse, anche quando i criteri per la loro determinazione fossero opportunamente comunicati al pubblico.

Sul punto lo IOSCO sostiene la necessita’ di identificare pratiche efficienti di condotta e trasparenza, a beneficio della concorrenza fra gli organismi di investimento collettivo e – per estensione – a tutela dell’efficienza del mercato, con indubbie ricadute positive anche per gli stessi investitori.

Tra gli esempi di good practice rinvenute dalla IOSCO, le principali riguardano i costi ammessi o proibiti per gli organismi, la comunicazione degli oneri, i compensi legati alla performance, i costi di transazione, le commissioni c.d. hard (in denaro) e soft (di tipo non monetario), le commissioni per i ‘fondi di fondi’, la diversificazione dei compensi per gli organismi di investimento collettivo che investono in diverse categorie di attività, nonché i vari cambiamenti che commissioni e oneri possono subire nel corso del tempo.

E’ opportuno notare che un primo insieme di best practices in materia era già stato pubblicato dallo IOSCO nel 2004. Il documento appena pubblicato ne costituisce un aggiornamento, il quale tiene conto dei cambiamenti avvenuti negli ultimi anni in materia di business model degli organismi, dei nuovi prodotti offerti, delle nuove strategie d’investimento, e dei nuovi modelli di distribuzione.

Il documento appena pubblicato non vuole tuttavia essere definitivo: la futura evoluzione dei organismi di investimento collettivo potrebbe infatti richiedere in futuro ulteriori interventi da parte dello IOSCO, sempre volti alla promozione della correttezza e della trasparenza di settore.

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