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Market talK: continua la generalizzata flessione degli spread di rischio

18 Marzo 2013

Consultique

CDS e rating

18.03.2013 – Continua la generalizzata flessione degli spread di rischio sul comprato governativo "safe". Le principali economie mondiali, USA e Germania in primis, hanno visto diminuire i propri CDS di diversi bps nella scorsa ottava. Complice invece il recente intervento di Fitche l’uscita di alcune stime di crescita non entusiasmanti rilasciate sull’intera regione mediterranea da autorità monetarie (BCE) e grossi istituti di credito (Morgan Stanley) gli spread di rischio si sono invece allargati soprattutto per Italia e Spagna che sono ancora una volta sotto la lente degli operatori internazionali. Di non poco impatto anche il bailout di Cipro che dovrebbe coinvolgere anche i depositanti del paese con una poderosa patrimoniale che potrebbe creare un pericoloso precedente nella storia dei salvataggi dell’Area Euro.

Valute e commodity

Continua la fase di elevata volatilità sul cross EUR/USD. Nella settimana appena conclusa il cambio ha dapprima sfondato in maniera netta la soglia di 1,30, portandosi a ridosso dell’1,29, per poi risalire verso quota 1,31 e ritornare verso il basso dopo le notizie provenienti da Cipro. L’ampia volatilità sui cambi continua a riflettere le conseguenze delle politiche monetarie ultra-espansive adottate dalle principali banche centrali globali e la non rosea situazione macro e politica europea. In un clima globale in rallentamento, ma fortemente supportato dalla liquidità delle banche centrali il comportamento delle materie prime appare sempre più erratico. L’andamento del petrolio nelle ultime sedute sembra beneficiare di qualche dato positivo proveniente dagli USA, mentre contemporaneamente i timori per la situazione europea sembrano spingere al rialzo le quotazioni dell’oro. L’ingente liquidità presente sul mercato è il supporto fondamentale per la salita di tutti gli asset.

Dati macro

Quella appena conclusa è stata una settimana avara di indicazioni. Da segnalare negli USA l’aumento oltre le attese delle vendite al dettaglio, il calo dei sussidi alla disoccupazione, del deficit della partite correnti e il buon aumento della produzione industriale. Negativo invece l’aggiornamento di marzo del sentiment dei consumatori (Università del Michigan): rilevazione a 71,8 contro una stima di 78 e una precedente rilevazione a 77,6. Il quadro in Europa appare invece molto più complesso. La produzione industriale appare in frenata un po’ ovunque con la Francia che fa segnare ulteriori segnali di debolezza. I livelli occupazionali risultano ancora in deterioramento in tutta l’area, con livelli di disoccupazione giovanile record soprattutto nei periferici. La BCE conferma comunque la possibilità di una ripresa nella seconda parte dell’anno con un PIL atteso per il 2013 tra -0,9% e -0,1% e fra 0 e +2% per il 2014.

 

 

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