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Lo IOSCO pubblica il terzo report sugli Hedge Fund

11 Dicembre 2015
Di cosa si parla in questo articolo

L’Organizzazione internazionale delle Autorità di controllo dei mercati (IOSCO) ha appena pubblicato il suo terzo report sugli Hedge Fund. Scopo principale del documento in oggetto è di raccogliere dati sostanziali riguardanti i segmenti di mercato in cui gli Hedge Fund operano, nonché informazioni rilevanti sulle attività di trading, sulla leva finanziaria, sul finanziamento e sulle controparti contrattuali.

Tale relazione integra gli sforzi che i regolatori nazionali e internazionali stanno attualmente compiendo per comprendere le dinamiche di tale industria. In particolare, lo IOSCO con tale pubblicazione vuole supportare le iniziative del G20 volte mitigare i rischi associati alle attività finanziarie di tali soggetti.

In ragione di ciò, il documento offre un’analisi approfondita dei risultati ottenuti dalla stessa Organizzazione nelle proprie valutazioni, e offre una panoramica esaustiva sul mercato degli Hedge Fund a partire dal Settembre 2014. Occorre rilevare, infine, come il report sia l’unico studio su scala globale finora condotto in prospettiva regolamentare su tali istituti finanziari.

A tal proposito, particolarmente degne di nota sono le seguenti considerazioni:

1) Lo studio raccoglie le informazioni provenienti da 1486 Hedge Fund, circa il 42% in più rispetto al precedente report in materia pubblicato dallo IOSCO;

2) Le attività degli Hedge Fund in oggetto ammontano a circa 2.6 trilioni di dollari, circa il 34% in più rispetto alla precedente pubblicazione. Tale crescita può essere imputata ai cambiamenti nel valore delle attività finanziarie, alla struttura dei fondi e alle dinamiche dei flussi monetari;

3) L’industria degli Hedge Fund è particolarmente concentrata negli Stati Uniti, mentre le isole Cayman continuano a essere luogo preferito per la residenza fiscale;

4) Le transazioni dei soggetti finanziari in esame sono denominate principalmente in dollari, e i maggiori investimenti si concentrano nell’America settentrionale;

5) L’utilizzo di strategie equity-based rimane di gran lunga prevalente tra questi soggetti;

6) I dati suggeriscono che non vi sono al momento rischi di liquidita significativi per tali enti.

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