Il CNDCEC (Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili), congiuntamente alla FNC (Fondazione Nazionale Commercialisti), ha pubblicato un documento di ricerca che approfondisce la gestione dei flussi di cassa, nella prevenzione di situazioni di tensione finanziaria delle imprese con le banche finanziatrici.
Il lavoro pone l’attenzione sull’importanza di mantenere una relazione sana e trasparente con il sistema bancario, ed evidenzia in particolare che anche un ritardo di pagamento di soli 30 giorni (past due), può compromettere il merito creditizio dell’impresa e pregiudicare l’accesso o il rinnovo degli affidamenti bancari.
Tale soglia, prevista da molteplici fonti regolamentari, contabili e di vigilanza, è considerata un parametro oggettivo e inderogabile, in quanto segnale di significant increase in credit risk (SICR) ai sensi del principio contabile internazionale IFRS 9 e di diversi atti di vigilanza della BCE e di EBA.
Il documento richiama l’art. 2086, c. 2, C.c. e l’art. 3, c. 3, lett. b), D. Lgs. 14/2019 (Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza), che impongono agli imprenditori di dotarsi di assetti organizzativi adeguati per rilevare tempestivamente segnali di crisi e preservare la continuità aziendale: in tale prospettiva, il monitoraggio costante dei cash flow prospettici rappresenta uno strumento essenziale di governance finanziaria e di prevenzione.
Ampio spazio è dedicato ai meccanismi di forbearance, agli effetti dello scaduto nella Centrale dei Rischi e ai riflessi sul rating bancario, oltre che agli indicatori di allerta precoce previsti dalle Linee Guida BCE sugli NPL di marzo 2017 e dalle EBA GL-LOM, che includono il past due di 30 giorni tra i segnali di deterioramento del credito.
Tali indicatori sono in linea con l’obbligo per gli istituti di credito di individuare tempestivamente segnali di anomalia e attivare misure correttive, coerentemente con le finalità del processo SREP.
Il documento propone l’adozione di strumenti gestionali come il budget di tesoreria e il rendiconto finanziario, disciplinato dagli artt. 2423, 2423-bis e 2423-ter C.c. e dagli OIC 10 e 11, per garantire trasparenza, tracciabilità e capacità previsionale.
Questi strumenti consentono di pianificare i fabbisogni finanziari, prevenire tensioni di liquidità e dialogare in modo informato con gli intermediari bancari secondo un approccio forward looking.
Lo studio sottolineano inoltre come la tesoreria aziendale non sia solo una funzione operativa, ma un presidio strategico di equilibrio finanziario e reputazionale: una gestione proattiva dei flussi di cassa e una relazione collaborativa con la banca rafforzano l’affidabilità creditizia dell’impresa e riducono il rischio di ricadere nelle soglie di past due, con effetti positivi sulla sostenibilità e sulla continuità aziendale.

