Nel provvedimento in epigrafe, il Tribunale di Firenze affronta il tema della qualificazione di un contratto di credito ai fini dell’individuazione del tasso soglia rilevante ai fini dell’applicazione della disciplina in materia di usura.
In particolare, a fronte del documento contrattuale che auto-qualificava il contratto in termini di apertura di credito ipotecaria, il tribunale fiorentino ha rilevato che il contenuto obiettivo del regolamento contrattuale era tale da integrare gli elementi tipologici del mutuo, e non dell’apertura di credito.
In particolare, si è verificata la immediata erogazione dell’intero capitale mutuato a seguito del consolidamento dell’ipoteca con un bonifico pari alla massima apertura di credito concordata.
Inoltre, l’affidamento concesso è stato pattuito in modo che venisse ridotto a precise scadenze temporali semestrali specificamente indicate, come se si trattasse del pagamento di una rata di mutuo.
Ciò posto, il tribunale ha ritenuto che ai fini dell’applicazione della disciplina antiusura l’operazione andasse ricondotta alla categoria dei «contratti di mutuo a tasso fisso», con relativa individuazione del tasso soglia di riferimento.
Inoltre, il tribunale ha dichiarato la nullità della commissione di massimo scoperto prevista, in ragione della sua incompatibilità con l’operazione di mutuo concretamente posta in essere dalle parti.
