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Giurisprudenza

Costi black list: l’avviso di accertamento delimita il thema decidendum

20 Aprile 2016

Andrea Buzzi, Dottore in Giurisprudenza

Cassazione Civile, sez. V, 30 marzo 2016, n. 6103

Di cosa si parla in questo articolo

Con la sentenza in commento la Suprema Corte torna a pronunciarsi su di un aspetto processuale non sempre cristallino, quello del divieto di riformulazione della domanda e della stretta dipendenza della materia del contendere dall’avviso di accertamento emesso dall’amministrazione finanziaria.

Nella controversia oggetto di giudizio della Corte di Legittimità l’Agenzia delle Entrate proponeva ricorso per cassazione in riferimento all’omessa separate indicazione, in dichiarazione, dei costi derivanti da operazioni intercorse tra un contribuente fiscalmente residente all’interno del territorio nazionale e fornitori localizzati in territori a fiscalità privilegiata, chiedendo alla Suprema Corte la cassazione della sentenza di appello in quanto carente sotto il profilo della motivazione, avendo, quest’ultima, trascurato di valutare l’elemento della effettiva operatività della contraente estera e della convenienza dell’operazione.

La Suprema Corte rigetta il ricorso in quanto l’Agenzia ricorrente, ancorché denunciando carenza di motivazione, richiede un inammissibile diverso apprezzamento delle risultanze processuali, rispetto a quello legittimamente effettuato dal giudice del merito.

Infatti come si denota sia dalla sentenza di appello, sia dal ricorso presentato, oggetto della controversia era la contestazione contenuta nell’avviso di accertamento, concernente esclusivamente il profilo formale della mancata separata indicazione dei costi in dichiarazione senza nessun riferimento all’elusività delle correlative operazioni. Motivo quest’ultimo alla base del ricorso proposto, per il quale l’Agenzia denuncia carenza di motivazione della sentenza appellata.

Tuttavia la Suprema Corte è puntuale nell’affermare che la richiesta dell’Amministrazione finanziaria si rivela estranea allo specifico thema decidendum.

In materia tributaria, infatti, è regola fondamentale quella secondo cui le ragioni poste a base dell’atto impositivo definiscono i confini del giudizio.

Confini che in sede di contenzioso l’Agenzia non può oltrepassare ponendo a base della propria pretesa ragioni diverse, o modificare quelle individuate nell’avviso di accertamento.

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