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AI Act, definizione di IA e pratiche vietate: relazione sui feedback

13 Maggio 2025
Di cosa si parla in questo articolo

La Commissione UE ha pubblicato una relazione, preparata dal Centro per gli studi politici europei (CEPS) per l’Ufficio AI dell’UE, che analizza il feedback delle parti interessate in occasione di due recenti consultazioni pubbliche che hanno condotto alle linee guida sulla definizione di sistemi di IA nell’ambito dell’AI Act, nonché sulle pratiche vietate.

Queste consultazioni si sono concentrate su due obblighi normativi dell’AI Act:

  • la definizione di sistemi di IA
  • le pratiche di IA vietate 

La Commissione ha attinto a queste consultazioni pubbliche per redigere le linee guida non vincolanti sulle pratiche vietate e sulla definizione di sistemi di IA, con l’obiettivo di assistere i fornitori e le parti interessate nell’effettiva applicazione dell’AI Act.

Con la pubblicazione di linee guida sulla definizione di sistema di IA, in particolare, la Commissione ha inteso aiutare i fornitori e le altre persone interessate a determinare se un sistema software costituisce un sistema di IA, per facilitare l’effettiva applicazione delle norme.

Il rapporto presenta un’analisi completa delle risposte a ciascuna delle 88 domande della consultazione degli stakeholder, organizzata in nove sezioni chiave.

Il rapporto mostra che gli operatori del settore hanno rappresentato la maggior parte delle risposte alla consultazione pubblica (47,2% delle quasi 400 risposte), mentre la partecipazione dei cittadini è rimasta limitata (5,74%).

Gli intervistati hanno chiesto definizioni più chiare di termini tecnici come “adattabilità” e “autonomia”, mettendo in guardia dal rischio di regolamentare inavvertitamente il software convenzionale.

Le linee guida sulle pratiche vietate affrontano specificamente aree quali:

  • la manipolazione dannosa
  • il social scoring
  • l’identificazione biometrica remota in tempo reale.

Includono inoltre chiarimenti legali ed esempi pratici per supportare la comprensione e la conformità delle parti interessate con l’AI Act.

Tra gli altri risultati, il rapporto evidenzia che le pratiche vietate – come il riconoscimento delle emozioni, il social scoring e l’identificazione biometrica in tempo reale – hanno suscitato notevoli preoccupazioni: le parti interessate hanno chiesto esempi concreti di ciò che è proibito e ciò che non lo è.

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