È stata pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea del 5 agosto 2025 la Raccomandazione (UE) 2025/1710 della Commissione europea, datata 30 luglio 2025, relativa a un principio volontario di rendicontazione di sostenibilità pensato per le piccole e medie imprese (PMI).
La direttiva 2022/2464/UE (nota come Corporate Sustainability Reporting Directive – CSRD) ha rafforzato e aggiornato gli obblighi di rendicontazione in materia di sostenibilità aziendale, con l’obiettivo di assicurare agli investitori le informazioni necessarie per comprendere e gestire i rischi derivanti dai cambiamenti climatici e da altri fattori legati alla sostenibilità.
Secondo la direttiva, le grandi imprese, le società capogruppo di grandi gruppi e le imprese quotate in mercati regolamentati dell’UE (ad eccezione delle microimprese) sono tenute a comunicare informazioni sulla sostenibilità secondo specifici principi.
Tali obblighi includono anche la comunicazione di dati relativi alla catena del valore, nella misura in cui tali informazioni siano essenziali per comprendere impatti, rischi e opportunità legati alla sostenibilità.
Questo obbligo può determinare effetti a catena: le imprese soggette alla CSRD possono infatti richiedere informazioni sulla sostenibilità alle PMI presenti nella loro catena del valore, anche quando queste ultime non siano tenute a rendicontare in modo autonomo.
Oltre agli obblighi imposti dalla CSRD, anche altri fattori possono indurre le imprese a richiedere informazioni alle PMI, come la necessità di migliorare la propria gestione dei rischi o rispettare altri requisiti normativi, ad esempio quelli contenuti nella direttiva (UE) 2024/1760 sulla due diligence di sostenibilità (CSDDD).
Di conseguenza, anche le PMI non soggette formalmente a obblighi di rendicontazione di sostenibilità – come quelle non quotate – possono trovarsi a dover fornire informazioni di questo tipo.
Per attenuare questi effetti indiretti, la CSRD ha introdotto un limite alla quantità di informazioni che può essere richiesta alle PMI nella catena del valore, vietando agli standard ESRS (European Sustainability Reporting Standards) di imporre obblighi che superino il principio proporzionato già previsto per le PMI quotate.
In parallelo, la Commissione ha chiesto all’EFRAG (l’organismo tecnico incaricato della redazione degli standard europei di sostenibilità) di sviluppare un principio volontario e più semplice, specificamente pensato per le PMI non quotate, che possa essere adottato su base facoltativa.
Questo principio mira ad aiutare le PMI non soggette alla CSRD a rispondere in modo più strutturato ed efficiente alle richieste di informazioni provenienti da banche, grandi imprese e altri stakeholder.
In data 26 febbraio 2025 la Commissione ha adottato il “pacchetto omnibus di semplificazione”, che include proposte di revisione della CSRD e della direttiva CSDDD, con l’obiettivo di semplificare gli obblighi informativi a carico delle imprese. Tuttavia, i tempi per l’adozione formale del principio volontario dipenderanno dagli esiti dei negoziati tra i colegislatori.
Nel frattempo, questa Raccomandazione UE rappresenta una misura transitoria: la Commissione invita le PMI non quotate e le microimprese interessate a fornire informazioni su base volontaria a seguire il principio elaborato dall’EFRAG, in attesa dell’adozione ufficiale attraverso atto delegato.