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Attualità

Cripto valute: la Banca Centrale Europea è chiamata a prendere misure concrete verso l’emissione della propria valuta digitale

2 Dicembre 2019

Elena Bracciali, Legal Trainee – Data Protection Office, Banca Centrale Europea

Di cosa si parla in questo articolo

[*] 1. Introduzione

In una recente proposta avanzata dal Consiglio dell’Unione Europea da presentarsi ai Ministri delle Finanze dell’UE – con tutta probabilità – il prossimo 5 dicembre, la Banca Centrale Europea (“BCE”) sarebbe invitata a prendere “concrete steps” verso l’emissione della propria valuta digitale, riferisce Reuters.[1] La proposta arriva dopo che l’annuncio di Facebook sul lancio della propria moneta ha provocato agitazione in tutto il mondo. Germania e Francia, ad esempio, hanno annunciato che la Libra potrebbe mettere a rischio il settore finanziario e minacciare la sovranità nazionale.

Nella sua versione più ambiziosa, secondo quanto riferito da Reuters, il progetto consentirebbe ai consumatori di utilizzare denaro digitale da depositarsi direttamente presso la Banca Centrale, senza la necessità di un conto bancario o di altri intermediari.

2. Il monitoraggio della BCE sul fenomeno cripto valute

Secondo la consolidata posizione della Banca Centrale Europea, le valute digitali non rientrano nella nozione di moneta avente corso legale e non possono considerarsi tali.[2]Le cripto valute non possono essere qualificate neppure come moneta elettronica ai sensi della Direttiva 2009/110/CE poiché: (i) non sono emesse da un’autorità pubblica centrale e non hanno alcun valore né intrinseco né estrinseco; (ii) non vi è alcuna garanzia che vengano accettate come mezzo di pagamento; (iii) gli utenti non sono sufficientemente protetti da un adeguato quadro normativo; (iv) sono estremamente volatili e possono subire estreme oscillazioni di prezzo, esponendo i portatori a potenziali rilevanti perdite.[3]

Nonostante le cripto valute non siano riconosciute come moneta avente corso legale, le principali autorità operanti nel settore finanziario in Europa e nel mondo hanno intrapreso varie iniziative – entro il limite dei propri mandati – per meglio comprendere i rischi ed i vantaggi che possono porre per il sistema finanziario. La BCE ha studiato il fenomeno sin dal suo inizio e ha pubblicato il suo primo rapporto sugli schemi di valuta virtuale nel 2012, seguito da successive analisi nel 2015.[4] Nel marzo 2018 la BCE ha istituito una Crypto Assets Task Force con il mandato di sviluppare ulteriormente l’analisi in materia di valute virtuali e crypto-assets. In particolare, secondo quanto rilevato, le cripto-attività possono avere implicazioni per la stabilità finanziaria e interferire con il funzionamento dei pagamenti e delle infrastrutture di mercato, nonché avere un impatto per la politica monetaria.

L’esito delle analisi condotte a livello europeo mostra come questi rischi siano attualmente contenuti e/o gestibili all’interno del quadro normativo e di vigilanza esistente, fermo restando che l’interconnessione con il settore finanziario regolamentato può assumere una diversa e più rilevante portata in futuro.[5]

Per questo, la BCE ha recentemente confermato il proprio impegno nel monitoraggio del fenomeno delle criptovalute e nello sviluppo di meccanismi in caso di eventuali scenari avversi, in cooperazione con le altre autorità di vigilanza competenti.[6]

3. La Libra lanciata da Facebook e la nozione di stable coin elaborata dalla Banca Centrale Europea

Lo scorso luglio, Facebook, congiuntamente ad altri partner, ha lanciato il progetto Libra avente come obiettivo quello di creare un sistema finanziario più inclusivo, costruito su una blockchain sicura ed affidabile, supportata da una riserva di attività volta a conferire alla moneta un valore intrinseco e gestita da un apposito consorzio volto a controllarne l’andamento.[7]

Le caratteristiche sopra elencate inseriscono la Libra, come recentemente chiarito da Maria Teresa Chimienti, Market Infrastructure Expert presso la BCE, non nel quadro delle criptomonete, ma piuttosto nel quadro delle “stable coins”.[8]

Secondo la definizione fornita dalla BCE, le stable coins sono unità di valore digitali che non rappresentano alcuna valuta specifica (o un paniere di valute specifiche) ma piuttosto, basandosi su una serie di strumenti di stabilizzazione, cercano di minimizzare le fluttuazioni del loro prezzo rispetto alle principali valute aventi corso legale – rispetto alle quali le banche centrali hanno il compito di mantenere stabile il potere d’acquisto nel tempo.[9]

In altri termini, le cripto-attività sono caratterizzate da un’elevata volatilità dei prezzi, il che le rende incapaci di svolgere le tre funzioni del denaro, vale a dire fungere da deposito di valore, mezzo di pagamento e unità di conto. Le stable coins hanno proprio l’obiettivo di proteggere gli investitori in crypto-assets dai rischi derivanti da questo tipo di volatilità.[10]

L’inserimento della Libra tra le stable coins e le correlate misure previste per ridurne la volatilità rappresentano forti elementi di novità rispetto alle cripto-attività fino ad oggi esistenti sul mercato. Per questo, secondo quanto recentemente affermato da Maria Teresa Chimienti, la potenziale diffusione globale della Libra potrebbe avere “ampi effetti sulla rete su scala mondiale”.[11]

4. La possibilità per le banche centrali di fornire una forma digitale della propria moneta: le Central Bank Digital Currencies

La ricerca di un crypto-asset che garantisca maggiore stabilità ha dato luogo ad un ampio dibattito sulla possibilità per le banche centrali di fornire al pubblico una forma digitale della propria valuta (le c.d. ‘Central Bank Digital Currencies’ ‘CBDC’). Le CBDC non sono assimilabili alle stable coins e non rappresentano una nuova valuta digitale ma piuttosto una potenziale nuova forma di valuta già esistente complementare alle banconote, monete e depositi forniti dalla banca centrale.

Le banche centrali attualmente forniscono direttamente ai consumatori moneta accessibile sotto forma di denaro contante, mentre il denaro digitale viene conservato sotto forma di riserve. L’accesso a quest’ultimo è limitato alle sole banche commerciali e ad altre istituzioni selezionate (quali ad esempio, istituzioni governative) che detengono conti presso la banca centrale. Il grande pubblico, per contro, non ha accesso a tali fondi digitali se non per il tramite di intermediari.

I risultati delle ricerche sino ad ora condotte dalla BCE suggeriscono che qualsiasi CBDC porterebbe con sé vantaggi e costi – anche a seconda delle specifiche caratteristiche di progettazione – e avrebbe molteplici implicazioni, sulla stabilità finanziaria così come sulla politica monetaria e sull’efficienza operativa dei sistemi di pagamento.[12]

Da un lato, una moneta digitale potrebbe assicurare un calo nell’uso di contante, garantire l’anonimato, assicurare una disponibilità continuativa dei sistemi di pagamento; dall’altro potrebbe avereun rilevante impatto sull’attuale sistema finanziario, mettendo in discussione il ruolo delle banche nel finanziamento delle attività economiche.

Inoltre, a seconda delle sue caratteristiche specifiche, le CBDC potrebbero consentire alla politica monetaria di raggiungere – in modo più diretto – una gamma più ampia di operatori economici o, per contro, indebolire gli strumenti che la banca centrale ha attualmente a disposizione per la conduzione della propria politica monetaria. Per questo, nell’analisi relativa all’opportunità di emettere CBDC come complemento della liquidità, appare essenziale identificare i possibili strumenti per garantire che sia un fattore neutrale per la politica monetaria.[13]

Infine, da un punto di vista prettamente legale, come evidenziato da Yves Mersch, membro del Comitato Esecutivo della BCE, una tale decisione dovrebbe essere sia necessaria che proporzionata rispetto al mandato della BCE e dovrebbe esserci una chiara motivazione all’interno del mandato della Banca per l’emissione di una tale forma di valuta digitale.[14]

5. Conclusioni

Come recentemente osservato dalla BCE, dal punto di vista della domanda, l’emissione di CBDC nell’area dell’euro non appare attualmente giustificata. Considerando l’attuale uso degli strumenti di pagamento nell’UE, mentre i pagamenti non in contanti nell’UE continuano a crescere, il contante resta generalmente un mezzo di pagamento popolare in tutta l’area dell’euro. Inoltre, oltre al contante, i cittadini e le imprese europei hanno accesso a una vasta gamma di strumenti di pagamento elettronici sostenuti da solide infrastrutture. Da novembre 2018, ad esempio, il servizio TIPS (TARGET Instant Payments Settlement) consente ai prestatori di servizi di pagamento di offrire trasferimenti di fondi ai propri clienti in tempo reale e 24 ore su 24, ogni giorno dell’anno. In altri termini, i privati e le imprese possono trasferire denaro tra loro in pochi secondi, indipendentemente dagli orari di apertura della loro filiale di riferimento.

In conclusione, i recenti esiti delle analisi condotte dalla Banca Centrale Europea mostrano come le condizioni attuali non giustifichino l’emissione di CBDC nell’area euro. Tuttavia, il rapido sviluppo dell’economia digitale, i cambiamenti nelle esigenze dei cittadini, un notevole declino nell’uso del contante, o la potenziale emissione di una CBDC da parte di una diversa banca centrale potrebbero portare a conclusioni diverse. In questo quadro, il lancio del progetto Libra rappresenta senz’altro un fattore che la Banca Centrale Europea, unitamente alle altre autorità competenti, sarà chiamata a valutare con particolare attenzione.



[*] Il presente articolo non può considerarsi come rappresentativo della posizione della Banca Centrale Europea (BCE). Le opinioni qui espresse sono quelle dell'autore e non riflettono necessariamente il pensiero della BCE.

This article should not be reported as representing the views of the European Central Bank (ECB). The views expressed are those of the authors and do not necessarily reflect those of the ECB.

[1] Francesco Guarascio, “Alarmed by Libra, EU to look into issuing public digital currency: draft” (5 novembre 2019) https://www.reuters.com/article/us-eu-cryptocurrency-regulations/alarmed-by-libra-eu-to-look-into-issuing-public-digital-currency-draft-idUSKBN1XF1VC.

[2] Nello stesso senso: European Banking Authority, “Report with advice to the European Commission on crypto-assets” (https://eba.europa.eu/sites/default/documents/files/documents/10180/2545547/67493daa-85a8-4429-aa91-e9a5ed880684/EBA%20Report%20on%20crypto%20assets.pdf?retry=1) (gennaio 2019). In parallelo, l’European Securities and Markets Authority (ESMA) ritiene che assets quali bitcoin non siano da qualificarsi come strumenti finanziari [vedi ESMA, “Advice: Initial Coin Offerings and Crypto-Assets” (https://www.esma.europa.eu/sites/default/files/library/esma50-157-1391_crypto_advice.pdf) (gennaio 2019) par. 80].

[3] Banca Centrale Europea, Cos’è il bitcoin? (https://www.ecb.europa.eu/explainers/tell-me/html/what-is-bitcoin.en.html)

(13 febbraio 2018); Yves Mersch, Virtual or virtueless? The evolution of money in the digital age (https://www.ecb.europa.eu/press/key/date/2018/html/ecb.sp180208.en.html) Lecture on the Official Monetary and Financial Institutions Forum (8 febbraio 2018).

[4] Per i relativi riferimenti si veda: ECB Crypto-Assets Task Force, “ECB Occasional Paper Series Crypto-Assets: Implications for financial stability, monetary policy, and payments and market infrastructures” (https://www.ecb.europa.eu/pub/pdf/scpops/ecb.op223~3ce14e986c.en.pdf) n. 223/maggio 2019.

[5] Maria Teresa Chimienti, Urszula Kochanska, Andrea Pinna, “Understanding the crypto-asset phenomenon, its risks and measurement issues”(https://www.ecb.europa.eu/pub/economic-bulletin/articles/2019/html/ecb.ebart201905_03~c83aeaa44c.en.html#toc1) ECB Economic Bulletin, Issue 5/2019; ECB Crypto-Assets Task Force, “ECB Occasional Paper Series Crypto-Assets: Implications for financial stability, monetary policy, and payments and market infrastructures” (https://www.ecb.europa.eu/pub/pdf/scpops/ecb.op223~3ce14e986c.en.pdf) n. 223/maggio 2019.

[6] Ibid.

[7] Libra Association Members, “Libra White Paper” (https://libra.org/en-US/wp-content/uploads/sites/23/2019/06/LibraWhitePaper_en_US.pdf) (23 Giugno 2019).

[8] Maria Teresa Chimienti “Getting technical: what are crypto-assets, what makes Facebook’s Libra different, and why is it important for central banks to research these phenomena?” nel podcast “Innovation in payments: Libra, blockchain and crypto-assets” (https://www.ecb.europa.eu/press/tvservices/podcast/html/ecb.pod190920_episode1.en.html) (30 settembre 2019).

[9] Dirk Bullmann, Jonas Klemm, Andrea Pinna, “Occasional Paper Series In search for stability in crypto-assets: are stablecoins the solution?” (https://www.ecb.europa.eu/pub/pdf/scpops/ecb.op230~d57946be3b.en.pdf) n. 230/agosto 2019.

[10] Ibid.

[11] Maria Teresa Chimienti “Getting technical: what are crypto-assets, what makes Facebook’s Libra different, and why is it important for central banks to research these phenomena?”, cit..

[12] ECB Crypto-Assets Task Force, “ECB Occasional Paper Series Crypto-Assets: Implications for financial stability, monetary policy, and payments and market infrastructures”, cit..

[13] Ibid.

[14] Yves Mersch, Virtual or virtueless? The evolution of money in the digital age, cit..

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