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Attualità

Addio agli studi di settore, arrivano i nuovi indicatori di compliance

12 Settembre 2016

Alessandra Kostner, Avvocato ed Assegnista di ricerca in diritto tributario presso l’Università degli studi di Milano “Bicocca”

Di cosa si parla in questo articolo

Il Ministero dell’Economia e delle finanze, nei giorni scorsi, ha pubblicato una nota finalizzata al superamento degli studi di settore mediante l’introduzione di nuovi strumenti, c.d. indicatori di compliance, in grado di indicare, con dato sintetico, il grado di affidabilità dei contribuenti.

Il nuovo meccanismo, che si sostituirà agli studi di settore, sulla base di vari elementi, consentirà all’Amministrazione di valutare, su scala da uno a dieci, il grado di affidabilità dei contribuenti, cui corrisponderà la riduzione delle attività di controllo.

A quanto sembra, si tratta di un sistema premiale strettamente connesso al risultato emergente dagli indicatori di compliance.

Pertanto, nel caso in cui il contribuente raggiunga un grado elevato di affidabilità, potrà avere accesso ad una serie di agevolazioni: una riduzione del periodo di accertabilità, un percorso accelerato ai fini dell’ottenimento dei rimborsi fiscali ed, altresì, l’esclusione da alcune tipologie di accertamento.

Ancora, il nuovo indicatore non considererà i soli ricavi ma anche il valore aggiunto ed il reddito d’impresa; valorizzerà i dati per un lasso temporale maggiore (8 anni invece di 1); coglierà l’andamento ciclico, con il conseguente venir meno della necessità di predisporre successivamente correttivi anti – crisi; renderà più stabili i cluster.

Inoltre, avverrà una proficua riduzione delle informazioni richieste nel modello dati ed i risultati saranno oggetto di una puntuale personalizzazione per ogni contribuente.

L’Agenzia delle Entrate trasmetterà al singolo contribuente il risultato dell’indicatore sintetico e il valore delle singole componenti (anche quelle che appaiono incoerenti). Ciò al fine di incentivare il contribuente all’adempimento spontaneo e di rafforzare, altresì, i rapporti di natura collaborativa con l’Amministrazione finanziaria.

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