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Decreto liberalizzazioni: emendamenti e proposte di modifica

17 Febbraio 2012
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La Commissione Industria presso il Senato è impegnata in questi giorni nell’esame della lunga serie di emendamenti proposti per la conversione in legge del d.l. 24 gennaio 2012, n. 1 recante le “Disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività” (cd. decreto liberalizzazioni) introdotto dal Governo Monti al fine di favorire lo sviluppo economico del Paese.

Una prima stima rivelava che le proposte ammontavano a più di 2000: a fronte dell’invito del Presidente del Senato Schifani “ad esercitare una scrupolosa e rigorosissima valutazione dell’ammissibilità degli emendamenti sotto il profilo dell’attinenza al testo ed alle finalità del provvedimento”, le proposte sono state ridotte; oggi se ne contano circa 1700, considerato anche che ben 530 si sono rivelate identiche.

Rilevante in merito la pronuncia della Corte Costituzionale, n. 22/2012 depositata ieri, 16 febbraio 2012, in riferimento al cd. decreto Milleproroghe, ma che dovrà essere tenuta in considerazione già in sede di riesame del cd. decreto Crescitalia, con cui si è stabilita l’incostituzionalità delle disposizioni di legge inserite come emendamenti della legge di conversione che siano estranee all’originario decreto legge. Le disposizioni introdotte nel testo definitivo in sede di conversione che si presentino eterogenee rispetto al fine che aveva giustificato la decretazione d’urgenza, integrerebbero infatti un improprio esercizio dei poteri parlamentari.

Le proposte di modifica coinvolgono nella sostanza ogni settore: l’Aula del Senato è stata impegnata fino alla tarda mattinata di ieri nella discussione dei 65 articoli che compongono il decreto legge, e dell’illustrazione dei relativi emendamenti. Nella seduta pomeridiana è stato dunque dato il via alle votazioni (artt. 1, 7 e 8), in prosecuzione nella giornata odierna.

L’accordo sembra raggiunto per quanto riguarda i taxi in ragione di un emendamento con cui vengono restituite ai sindaci il controllo e le decisioni sulle licenze lasciando in capo all’Autorità Garante i poteri di vigilanza, compresa la possibilità di dare indicazioni. Voci concordi anche per quanto riguarda banche ed assicurazioni in cui, da un lato, nell’ambito delle polizze vita legate ai mutui si prevede che gli istituti di credito siano obbligati a proporre due diverse “opzioni” al cliente garantendo a quest’ultimo la possibilità di procurarsi autonomamente la polizza sul mercato; in riferimento alle assicurazioni, dall’altro, l’indirizzo muove verso una maggiore flessibilità rispetto al monomandatario, ovvero verso la possibilità degli agenti di essere plurimandatari.  Anche in tema energia sembrerebbe raggiunto l’accordo sulla separazione di Snam da Eni, lasciando a quest’ultima una partecipazione in linea con le direttive comunitarie (5%).

Ancora lontana sembra però l’intesa sui nodi più difficili, professioni e farmacie.

Alla chiusura dei lavori della Commissione, indicativamente prevista per la prossima settimana, il disegno di legge passerà al vaglio della fiducia di Palazzo Madama, per spostarsi, quindi, all’esame di Palazzo Montecitorio.

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