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Mediaset-Vivendi: per l’Avvocato UE la norma che limita l’acquisto è contraria al diritto dell’Unione

18 Dicembre 2019
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L’Avvocato generale Campos Sánchez-Bordona ha formulato le proprie conclusioni nella causa C-719/18 tra Vivendi SA e l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) proponendo alla Corte UE di dichiarare contraria al diritto dell’Unione la normativa italiana che impedisce a Vivendi di acquisire il 28% del capitale sociale di Mediaset.

Tale normativa italiana, al fine di salvaguardare il pluralismo dell’informazione, vieta a un’impresa di realizzare, direttamente o indirettamente, attraverso soggetti controllati o collegati, oltre il 20% dei ricavi complessivi del cosiddetto «Sistema integrato di comunicazioni». La percentuale si riduce al 10% se l’impresa detiene nel contempo una quota superiore al 40% dei ricavi complessivi del settore delle comunicazioni elettroniche in Italia.

Nelle proprie Conclusioni l’Avvocato UE osserva, in primo luogo, che la normativa italiana definisce in maniera eccessivamente restrittiva il perimetro del settore delle comunicazioni elettroniche, escludendo nuovi mercati che sono divenuti la principale via di accesso ai media (servizi al dettaglio di telefonia mobile, servizi di comunicazioni elettroniche collegati a Internet e servizi di radiodiffusione satellitare).

In secondo luogo, a suo avviso, i requisiti di proporzionalità potrebbero non essere compatibili con la quota molto ridotta di ricavi (10%) del SIC, fissata quale limite massimo per le imprese i cui ricavi nel settore delle comunicazioni elettroniche superino il 40% dei ricavi complessivi di tale settore.

In terzo luogo, l’Avvocato generale ritiene sproporzionato calcolare i ricavi delle società «collegate» come se fossero società «controllate» quando, come sembra accadere nel caso di specie, la società (Vivendi) che detiene una quota dei diritti di voto nell’altra (Mediaset) superiore alle cifre sopra indicate non è, di fatto, in grado di esercitare un’influenza notevole su quest’ultima.

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